Parliamo di vino

TAERRA, piccolo gigante gallurese. Il mio saluto a un Vermentino dal volto umano..

di Piero Careddu

17/05/2009

Do un caldo benvenuto a un nuovo Vermentino di Gallura che fa la sua comparsa con garbo e discrezione, materie prime piuttosto introvabili nell’odierno mondo del vino. Sono tanti gli elementi che, aldilà dell’ottimo livello qualitativo, me lo rendono simpatico: l’azienda impostata sulla logica della conduzione familiare, la cantina costruita nel cuore della vigna, una bottiglia dalla veste sobria e tutt’altro che dozzinale, i coraggiosi investimenti in aggiornate tecnologie per la vinificazione che solo chi ha come obbiettivo l’eccellenza, ancor prima del ritorno economico, può pensare di fare; non ultima una tradizione di ospitalità enogastronomica che trova espressione nell’agriturismo di famiglia dal nome che racconta tutto da solo “Il Vermentino”. Questo è il lavoro della famiglia Tani in quel di Monti, paese al confine tra Gallura e Anglona con ultracentenarie tradizioni vitivinicole. Le vigne, su classici terreni galluresi a disfacimento granitico con impasto sabbioso, sono impiantate prevalentemente a vermentino con una piccola percentuale di uve rosse e si collocano su quote di altitudine comprese tra i 350 e i 500 metri. mi riprometto di fare a breve una visita a questa giovane new-entry dell’enologia e all’azienda mandata avanti con semplicità ma con idee molto chiare grazie anche all’apporto fondamentale di quel grande nome del vino sardo che è Angelo Angioi. In attesa del rosso Serranu, ancora in affinamento, ho assaggiato per voi, il TAERRA 2008.

TAERRA 2008
Vermentino di Gallura Superiore
Cantina Tani di M.F.
Località Conca sa Raghina – MONTI (OT)
Tel. 335472221
Mail cantina.tani@alice.it

Il Taerra è un vermentino in purezza che si presenta alla vista del colore giallo-verdognolo tipico dei vermentini appena imbottigliati; lucido e luminoso, di perfetta trasparenza.
Naso molto fine e di garbata eleganza con decise note di frutta esotica matura che poggia su riconoscimenti di fiori bianchi della macchia mediterranea col mirto in buona evidenza. Interessanti sfumature minerali di roccia calda che dovrebbero diventare più presenti in fase di evoluzione.
Al palato rivela già un carattere pieno e deciso. Entra in bocca con la larga carica aromatica di un frutto carnoso e con un immediata corrispondenza alle suggestioni ricavate dall’olfatto. Rotondo e caldo è ben sorretto da note acide ancora esuberanti, data la giovane età, e da una piacevole sapidità minerale. Un finale lungo e appagante che chiama subito il bicchiere successivo. Un vino dalle grandi promesse che, al riassaggio di fine estate, sono certo toccherà sorprendenti vette di armonia e piacevolezza.
A tavola felici matrimoni con paste fresche condite con sughi di mare, zuppe di pesce anche piccanti, coniglio in tegame profumato al basilico, capretto in friccassea, formaggi vaccini di media stagionatura. 
                                                                                                                                           Piero Careddu