Parliamo di vino

ANTEPRIMA ISTRIA: La nuova regione che quest’anno Vinibuoni d’Italia inserisce in guida

di Mario Busso

26/05/2010


Come ho già accennato nel precedente articolo, quest’anno la novità nella guida Vini Buoni d’Italia è l’inserimento dei vini istriani. Ecco le prime piacevoli impressioni della commissione guidata da Stefano Cosma, a seguito delle degustazioni effettuate a Porec in occasione di VinIstria 2010.


Terrano
La degustazione di questo vino ci ha stupiti particolarmente e se alcuni anni or sono ci si trovava di fronte a fini aspri e un po’ approssimativi, oggi la professionalità dei viticultori istriani, unita all’applicazione di tecnologie moderne di cantina e a una migliore conduzione dei vigneti ci ha portato a provare vini dal sapore equilibrato. Seppure, nella distinzione di stili e seppur di fronte ad espressioni qualitative diverse, i Terrano degustati si sono presentati carichi nel colore, con bel rosso rubino che vira su sfumature violacee. L’aroma è ispirato al frutto, con dominante di lampone. Il bicchiere, caratterizzato da tocco acerbo e buona base acida, offre gusto pieno, forte e robusto con ricca presenza polifenolica. La prima presenza accertata del Terrano in Istria risale al 1390, tuttavia a descriverne le caratteristiche è l’agronomo Petar Stankovic 1825. Tuttavia nella letteratura ampelografica questa varietà è oggetto di discussioni da circa 200 anni a causa della sua eccezionale somiglianza con il Refosco. Oggi la distinzione è stata chiarita e i vitigni rappresentano due cultivar nettamente distinte. Le migliori espressioni del Terrano si trovano nell’Istria Nord-occidentale.

Malvasia Istriana
La rivoluzione nella produzione di questo vino è iniziata negli anni 80 quando i giovani istriani hanno cominciato una produzione con tecnologie avanzate, dando vita ad una vera e propria rivoluzione, tanto che nel giro di pochi anni sulla scena internazionale questo prodotto ha ottenuto forti affermazioni e riconoscimenti. La tendenza alla rivalutazione dei vini da vitigni autoctoni sui mercati ha favorito il largo successo e una fama indubbiamente meritata. Ci troviamo infatti di fronte a un vino ricco di estratti che combinati alla contenuta acidità di base, rendono la malvasia un vino pieno e completo, fruttato e floreale, con decisi ricordi ai fiori di acacia. Nelle sue espressioni affinate più a lungo, mela e prugna anticipano il gusto ammandorlato che si rivela sul finale. La coltivazione del vitigno si è diffusa in Istria all’inizio del 1900. Oggi la Malvasia è la cultivar più diffusa e trova il suo “cru” nel comune di Verteneglio, “città del vino” in cui si celebra ogni anno a metà luglio la festa della Malvasia Istriana (www.tzo-brtonigla.hr).


Moscato di Mommiano
Mommiano è un paesino pittoresco posto a 275 metri di altitudine e le sue origini risalgono al 1035. La sua storia centenaria è strettamente collegata al moscato che trova il sito più vocato tra il monte Oskorus e San Giovanni. Il terreno è marnoso caratterizzato da un clima mediterraneo che gioca bene i suoi influssi sul risultato finale delle uve e del vino.
Da secoli le famiglie hanno prodotto poche bottiglie utilizzate per le occasioni della festa, ma in tempi recenti si è sviluppata una contenuta produzione di eccellenza caratterizzata dall’utilizzo di tecniche moderne.
Lo abbiamo apprezzato nel suo colore oro intenso, caratterizzato all’olfatto dai profumi tenui del varietale della rosa e di richiami al garofano selvatico. Molto bella la bocca, dolce senza eccedere e rinfrescata da note minerali. Finale lungo di erbe di campo.



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