Degustiamo per voi

Se la Garganega emoziona…con l’età! .

di Bernardo Pasquali

21/05/2007

 Che la Garganega fosse un vitigno ricco di sorprese si sapeva. Che fosse il vero autoctono bianco veronese anche. Che fosse l'orgoglio di grandi produttori delle colline orientali veronesi pure! Da qualche anno grazie a viticoltori intelligenti e lungimiranti si era addirittura iniziato a pensare alla garganega come ad un vitigno che predilige l'affinamento in bottiglia del vino. Avevo già partecipato ad una splendida verticale di Gini a Monteforte due anni fa circa e si sono potute confutare tutte le teorie sulla straordinaria longevità dei vini Soave e della garganega appunto. Ricordo personalemente di aver conservato dei Soave in cantina appositamente per verificarne le capacità di tenuta negli anni. In effetti solo un anno fa ebbi la fortuna di degustare un San Brizio de La Cappuccina di Costalunga di Monteforte d'Alpone annata 1999. Ero particolarmente curioso...in effetti il risultato andò oltre ogni più rosea aspettativa. Una splendida freschezza e soprattutto una ottima compensazione tra le parti morbide, l'alcool, la struttura glicerica e la spina dorsale acida arricchita ancora da una sapidità notevole. Insomma un vino che avrei potuto confondere ancora con annate più recenti. A Monteforte d'Alpone venerdì 11 maggio si è tenuta una straordinaria esibizione delle ultime 10 annate di Soave...con la sorpresa di due fantastici anni '90. Ed ecco ancora una volta la Garganega che spiazza il degustatore esperto! Chi aveva ancora qualche dubbio sulla vitalità dei vini a base di tale vitigno ne è rimasto certamente convinto. Si vedeva nei visi dei partecipanti alla verticale. espressioni di compiacimento e stupore. Spalla acida, evoluzione e complessazione aromatica, ammorbidimento dei tannini, questi sono stati i principali segnali distintivi dei signori d'antan delle colline del Soave. La Garganega e il Soave che hanno dovuto sopportare anni orsono momenti di difficoltà e di perdita di prestigio, oggi con molta mitezza e umiltà stanno riscattando il loro prestigio, ottenendo consenso tra i degustatori più esperti e soprattutto tra la gente e gli wine lovers di tutto il mondo. Presento ora quei vini portati in degustazione che a mio modesto avviso si sono distinti in modo significativo catturando il mio personale entusiasmo e soprattutto sono riusciti a...emozionare! Soave DOC Classico "Monte Fiorentine" 2004 Azienda Agricola Cà Rugate: questo vino ormai è diventato un "must" e ogni anno riesce ad ottenere il massimo dei consensi da parte della schiera di degustatori e guide italiane. Michele Tessari, che durante la degustazione ho definito "one man show" in quanto rappresenta la nuove generazione del mondo Soave fatto di grandi attivisti nel campo della comunicazione della qualità dei prodotti, è l'enologo di questa straoridinaria realtà che è l'Azienda Agricola Cà Rugate di Montecchia di Crosara. Il Monte Fiorentine proviene dalle vigne piantate oltre 40 anni fa in una delle zone più suggestive della zona Classica di produzione: l'arena collinare delle Rugate. Ideale posizione pedoclimatica che conforta il lento e duraturo perseverare della produzione di Garganega. L'annata 2004 non è molto lontana e in effetti esprime ancora tutta la sua potenzialità. In questo “Monte Fiorentine” è ancora valevole la percezione dei caratteri tipici di questo grande terroir. La tropicalità spiccata dove la banana emerge forse più matura del solito e si compenetra con una bella sensazione minerale di grafite e calcare. Inoltre una spalla acida sempre importante con una struttura glicerica che ne dona morbidezza e ampiezza. Il 2004 tiene quindi e bene! Ma secondo me il tempo lo affinerà ancora meglio. Soave DOC Classico “Pressoni” 2002 Azienda Agricola Cantina del Castello: Arturo Stocchetti, titolare dell’azienda, è anche il Presidente del Consorzio del Soave e questa bella verticale me l’ha proposta in azienda da lui nel silenzio quasi religioso della sua straordinaria antica cantina. Un’occasione significativa per conoscere sempre meglio le potenzialità della Garganega. Il suo Pressoni 2002 è ancora un vino dalle grandi freschezze. Cinque anni non sono pochi ma per la struttura e componente acidica intrinseca sono ancora ininfluenti sulla perdita di valore del prodotto. Emergono ancora la vivacità della frutta e dei fiori gialli. Certamente in maturazione. Con una piacevole percezione minerale che insiste ancora sulla struttura che dona longevità nel tempo. L’evoluzione nel bicchiere è affascinante e se si ha un po’ di pazienza ne vale veramente la pena. Soave DOC Classico 2000 Azienda Agricola Prà: il vino di Prà non perde colpi anzi…raddoppia! L’età per il vino dei fratelli di Monteforte d’Alpone migliora la qualità dei vini. Si riconoscono sempre da giovani per il loro grado alcolico importante a sostegno di una grande struttura aromatica e glicerica e soprattutto di una spina dorsale acidica di pregio. Ogni volta che si devono i vini di Prà si afferma: “sarebbe meglio tenerli in cantina ad aspettare..”. In effetti abbiamo potuto godere della piacevolezza del 2000 soprattutto per la sua evoluzione verso la maggiore compenetrazione delle parti morbide con quelle dure, con una bella espressione del frutto e dei fiori gialli. Una percezione netta di aromi tropicaleggianti e agrumati, con lampi di grafite minerali. Ma ancora una volta dopo averlo degustato verrebbe da dire: “Bè forse sarebbe meglio aspettare ancora un po’…”. Ah a proposito sul viso di Graziano, presente alla manifestazione, si vedeva stampata una viva soddisfazione. Potenza e calde suadenze tropicali. Soave Superiore DOCG “Pieve Vecchia”1999 Azienda Agricola Fasoli Gino: per chi ama il vino da affinamento in legno il “Vigne Vecchie” lo renderà sempre soddisfatto. Grazie a delle vigne anche di 100 anni (giustamente “vecchie”) la struttura iniziale è sicuramente unica e invidiabile e predisposta a contenere anche la macerazione del mosto in tonon da 500 l di legno nuovo. C’era molta curiosità nel sentire l’evoluzione di questo vino così già impegnativo. In effetti 8 anni sulle spalle ne fanno un vino con un accento di evoluzione già ben evidente e a mio avviso con caratteristiche che sono difficilmente accettabili da tutti. Infatti durante la degustazione erano trasversali i segnali: di piacere, di stupore, di rifiuto e di insoddisfazione. Ciò che era interessante verificare era come il legno si sarebbe evoluto. In bene o in male? Innanzitutto è diventato più percepibile con un’accentuazione di tutte le caratteristiche dei tannini gallici invecchiati. Ecco quindi apparire evidente la sensazione di forte tostatura, di cuoio essiccato, di frutta secca e di una forte sensazione di grafite polverosa. Inoltre una netta sensazione di fruttato candito e di salvia essiccata. Anche una speziatura di cannella o chiodi garofano. Un vino certamente che ha saputo mantenere una bella struttura acidica e una complessità aromatica olfattiva interessante. Un vino da discussione. Forse la predominanza dell’affinamento lo fa diventare un vino che a lungo andare si spegne nella sua composizione fruttata per dare spazio ad altri elementi legati al terziario. Soave Classico DOC 1997 Azienda Agricola Coffele: 10 anni e non sentirli! Potrebbe essere questo lo slogan per questo vino dell’azienda di Soave. In effetti straordinario! Mai nessuno avrebbe potuto pensare che si trattasse di un vino di 10 anni. Impossibile! Un prodotto che ha stupito tutti i convenuti alla degustazione. Freschissimo, certamente la percezione dell’età era inferiore di quella effettiva. Acidità e sapidità erano rimaste le componenti predominanti e nette per questo Soave. Fiori e frutta con sensazioni ancora ben nette di agrumi e di una bellissima nocciola ancora fresca al retrogusto, tipicamente Garganega. La frutta era percepibile come confettura ma con una sapidità invidiabile e un corpo che era ancora pieno, avvolgente, vellutato, con una glicerina ancora insistente sulle morbidezze che accarezzava il palato e lo rendeva piacevolmente armonico. E che bevibilità…Se fosse in vendita lo garantirei agli scaffali della mia cantina! Ma conoscendo la continuità qualitative della produzione di Coffele vorrà dire che riserverò al tempo qualche bottiglia di annate ancora in commercio. Se evolvono come il ’97 tra 10 anni potrò riprovare l’emozione della Garganega d’antan. E ora le chicche finali… Soave DOC Classico Superiore “Col Salvarenza” 1990 Azienda Agricola Gini: largo al mito! In questa bottiglia è preservata la storia dell’Azienda Gini. La prima annata di produzione di uno dei cru aziendali che hanno esaltato i sensi di moltissimi degustatori e amanti del vino di alta qualità. Qui la maestria del viticoltore ma certamente una materia prima di grande pregio che ha fatto si che si conservasse un vino per 17 anni con delle caratteristiche organolettiche stupefacenti. Freschezza, frutta matura e in confettura, con una sensazione continua di erbe aromatiche essiccate e una straordinaria presenza di una mineralità che porta verso il caratteristico fumè dato dalla natura vulcanica di questi terroirs d’origine. Una bella speziatura e un’altrettanto netta tipicità data dalla Garganega che anche in questa magnus ha visto evolvere le componenti strutturali verso l’armonia della sensazioni tattili, olfattive e gustative. Un prodotto da brivido che dona ancor più luce su un’Azienda che da molti anni ormai sa valorizzare la Garganega e il Soave ai più alti livelli di qualità. Un vino che per la sua integrità e solennità sarebbe da bersi in piccoli sorsi in religioso silenzio, ad occhi chiusi, penetrando il bicchiere e lasciandoci avvolgere dagli impulsi di piacevolezza che si lasciano raccontare con la lunga storia che ha trascorso questo vino in cantina. Soave DOC Classico “Le Lave” 1990 Bertani: questo vino nel 1990 era prodotto con sola Garganega al 100%. Oggi non più ma credo che questa degustazione abbia certamente fatto pensare Cristian Ridolfi, l’enologo della prestigiosa cantina della Valpantena, affinché si ritorni alla tradizione e alla natura spiccatamente autoctona e Garganega, Le Lave sono una crema avvolgente il palato con morbidezza e grande freschezza, con aromi fruttati di frutta gialla, albicocca, mela golden, pesca nettarina, anche in confettura e di miele di acacia, di cannella dolce, di salvia essiccata. Alcool ben integrato che fa di questo vino un prodotto armonico e ancora ben equilibrato. Bertani…Garganega do it better! di Bernardo Pasquali bpasquali@yahoo.it