Donne in vigna

Alicia Lini, dell’azienda Lini Oreste e figli di Correggio (RE) Emilia Romagna

di Laura Franchini

06/12/2010

Dal libro Donne in vigna, a cura di Mario Busso e Angelo Concas "Edizione Vinibuoni d’Italia Biblioteca".

Alicia Lini

L’eleganza della bollicina emiliana.

Racconto di Laura Franchini

100 anni. Un traguardo unico, che sa di soddisfazioni e vittorie, soprattutto se ci si arriva così, come ci è arrivata la cantina Lini: con eleganza e coerenza.

Un modo di essere che appartiene all’azienda ma soprattutto alle persone che fanno l’azienda.

Alicia Lini è l’immagine di una famiglia che si riconosce nei vini che produce: lineari e tipici. Una donna che soprattutto è immagine di se stessa, che con disarmante solarità, tipica delle donne emiliane, parla di sé e del suo mondo, il mondo di LINI910, senza mezzi termini.

Non ho mai cercato scorciatoie nel mio lavoro, così come non ho mai subito imposizioni da parte della mia famiglia. La scelta di entrare in azienda è arrivata con naturalezza e con serenità la continuo a sostenere.

Una visione liberale e moderna della gestione aziendale che non ha impedito alla quarta generazione, alla quale Alicia appartiene, come il cugino Alberto, di confrontarsi con un passato impegnativo e un presente fatto di sfide e di incognite. Anche per questo Alicia ha voluto approfondire gli studi, effettuati in Inghilterra e dedicati all’imprenditoria, così come Alberto ha portato a casa una laurea in giurisprudenza. Una cultura e un approfondimento di contenuti che permette loro di attingere a idee nuove, trasversali, nel rispetto della tradizione aziendale.

Si fonde così il consolidato sapere enologico dell’azienda Lini, che li ha visti tra i primi e meglio riusciti esempi di spumanti prodotti con Metodo Classico del territorio, a visioni moderne, dettate anche dalle necessità del presente. Alicia non nasconde le difficoltà riscontrate dalla peculiarità del territorio, proprio per questo c’è sempre stata la voglia di confrontarsi con tutti gli attori del mondo del vino emiliano e non solo, per riuscire a monitorare con attenzione un mercato sempre in evoluzione.

Mi sono chiesta, assieme alla mia famiglia, cosa ci si aspettasse da una bollicina emiliana - racconta Alicia - come se fossi un consumatore attento. Mi sono resa conto che pur assecondando la modernità, dovevamo mantenere una linea di pensiero costante. Questa filosofia per noi è diventata una sorta di binario, che forse esisteva già, ma che solo affermandola, a parole e con i nostri vini, ha preso vita.

Si comincia così a delineare, anche attraverso operazioni di restyling e di comunicazione, quello che Alicia e la sua famiglia identificano come il leitmotiv della storia e della produzione di Lini: la semplicità.

Pur cercando di andare incontro alle esigenze del mercato - chiarisce Alicia - abbiamo scelto un modo trasversale di presentarci, dove sono qualità e armonia a dettare le leggi.

Diktat che non vengono mai vissuti come imposizione, ma come scelta. Una volontà di essere autentici, nella personalità del vino, ma anche di coloro che il vino lo fanno.

Gli esempi provengono proprio dalle persone che prima di Alicia, hanno messo idee e fatica nella LINI910: i tre fratelli Anita, Fabio (papà di Alicia) e Massimo (papà di Alberto) sono persone di sostanza e di successo, professionale come personale, imbastito da valori come il lavoro, la famiglia, il rispetto delle scelte di tutti.

Il fatto che mio padre abbia sempre lavorato come libero professionista - spiega Alicia - o che mia zia sia anche un’imprenditrice di moda, continuando comunque entrambi a seguire la cantina, mi ha fatto capire cosa significhi impegnarsi, ma anche scegliere liberamente le proprie passioni ed attività. Lavorare a casa propria, perché per noi la cantina è la casa, significa battersi per difendere valori radicati, con una motivazione forte. Ma è una scelta impegnativa, dove i ruoli affettivi e aziendali sono separati da una linea molto sottile.

Interrogata sul futuro e sull’ipotesi che la figlioletta Alba, nata nel 2008, possa un giorno decidere di entrare in azienda, Alicia risponde con la schiettezza che la contraddistingue: Non faccio proiezioni, nemmeno su Alba: farà ciò che la renderà felice. Io sono stata, e sono, contenta di partecipare al progetto LINI910, ma l’azienda sarebbe stata la medesima anche senza di me. Tutti siamo necessari ma nessuno è indispensabile, io non faccio eccezione.

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