Donne in vigna

Donna in vigna, Francesca Moretti del Gruppo Terra Moretti ( Lombardia e Toscana)

di Riccardo Modesti

07/03/2011

Dal libro Donne in vigna, a cura di Mario Busso e Angelo Concas "Edizione Vinibuoni d’Italia Biblioteca”. 

Francesca Moretti,  “l’essere donna, ti porta a comprendere cosa vuol dire nascere dalla terra”

Racconto di Riccardo Modesti

Francesca Moretti, classe 1974, di recente mamma di Alice, divide le sue energie tra le quattro realtà che costituiscono Terra Moretti: le franciacortine Bellavista e Contadi-Castaldi e le toscane Petra, situata in Val di Cornia, e Tenuta La Badiola, in Maremma. Lo fa con successo, visti i risultati ottenuti da queste quattro stupende realtà.

Il primo gioco che ho avuto è stata una sabbiera e vi piantavo semi. Sono sempre stata legata alla terra sin da bambina, per me ha sempre rappresentato una passione, una passione nata come gioco su questa bellissima collina lontano dalla città. Mia madre non sempre aveva tempo per portarmi a Brescia, così il resto del tempo lo passavo qui, un po’ confinata e sola. Ero una bambina attiva, i miei giochi erano ambientati nella natura e nella cantina Bellavista, nata nel 1977: è da qui che nasce la passione per il vino, per la viticoltura e per la natura in generale: mi ricordo che passavo i pomeriggi in cantina a dare una mano.

I passi successivi riconducono la passione allo studio e all’approfondimento dei temi che prima avevano coinvolto Francesca in forma spesso ludica. Ma non subito!

A 13 anni volevo iscrivermi alla scuola di San Michele all’Adige, ma i miei genitori temevano che un indirizzo così tecnico a quell’età mi avrebbe troppo condizionato, desideravano che ampliassi i miei orizzonti, per una scelta futura più consapevole. Mentre frequentavo il liceo l’unico dubbio che insorse fu tra lo studio di viticoltura o di veterinaria. Alla fine sono ritornata al punto da dove ero partita, la spinta dentro era fin troppo chiara, ho scelto la prima e mi sono laureata in Agraria con specializzazione in Viticoltura ed Enologia. Durante gli studi ho avuto la fortuna di avere come tutor il Professor Attilio Scienza, che mi ha insegnato come i grandi vini nascano dalla terra e come tutto ruoti intorno alla vigna. Se è pur vero che per le bollicine la tecnica in cantina è di grande aiuto, per i vini fermi l’elemento cruciale è una grande materia prima e questa può solo venire dalla vigna. In Italia la cura della vigna viene ancora intesa come un “di più”, non come il punto di partenza: non per niente si parla tanto degli enologi e non degli agronomi, che meriterebbero una maggiore valorizzazione.

La prima esperienza sul campo, nella quale Francesca si misura ponendo un forte sfida a se stessa, è stata Petra.

… laggiù, insieme a due ragazzi, un giovane enologo e un agronomo, dal 1997 al 2001 abbiamo lavorato alle prime annate. Oggi sono supervisore ai team che abbiamo costituito per ognuna delle quattro aziende di Terra Moretti: è un lavoro di squadra, al quale credo molto, che realizziamo anche in modo trasversale, poiché creiamo un dialogo costruttivo confrontando diverse esperienze.

Con il tempo le responsabilità aumentano, poiché i ruoli in cui Francesca è impegnata la vedono occupare una leadership aziendale sempre più forte

….quando ho iniziato ad occuparmi della parte commerciale, inizialmente era veramente un gioco per me, oggi è un vero e proprio lavoro. Con la crisi è diventato indispensabile seguire con attenzione anche questo settore, anche se non mollerò mai vigna e cantina. Sono infatti consapevole del rischio che si corre se ci si fa troppo assorbire dagli obiettivi commerciali: possono distogliere l’attenzione da ciò che è la tua idea di prodotto. Comunque sia, è appassionante il confronto con il consumatore finale, soprattutto quando questo si innamora della storia del vino, in particolare della tua storia. Io, comunque, tengo i piedi ben piantati nella terra, come fossero radici, per ricordarmi sempre dove sono e cosa sto facendo.

Mentre continua il suo racconto Francesca svela un’energia propulsiva insospettata che la vede protagonista in ogni settore.

Una donna può dare qualcosa di diverso in termini di perseveranza, non tanto in termini di sensibilità poiché ho conosciuto tanti uomini che di sensibilità ne hanno davvero tanta. L’agricoltura è un ambiente prettamente maschile e quindi qualche difficoltà si incontra, ma occorre essere perseveranti. La passione è pure importante, ti porta a dare ciò che un uomo non può dare. Poi penso che l’essere donna, cioè Madre, ti porti a comprendere cosa vuol dire nascere dalla terra: questo aspetto sì che fa la differenza rispetto all’essere uomo. In azienda gli uomini mi rispettano non solo perché rappresento la proprietà: sarà perché sono la prima a sporcarmi le mani, cerco di dare l’esempio, non mi tiro certo indietro quando c’è da lavare la cantina. Poi c’è il mercato. Negli Stati Uniti, ad esempio, essere donna e produrre vino è visto come qualcosa di molto speciale, c’è un appeal particolare. Tutti vogliono ascoltare la tua storia e questo è un valore aggiunto che va oltre alla pura commercializzazione del prodotto.

Gruppo Terra Moretti

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