Notizie e recensioni

I numeri di Vinexpo 2007 .

di Bernardo Pasquali

29/06/2007

 Nella foto il giornalista enogastronomo Bernardo Paquali, all'ingresso di Vinexpo 2007 Bordeaux-France I numeri di Vinexpo 2007 L’edizione 2007 rimarrà nella storia. Lo dicono gli organizzatori francesi e soprattutto i produttori qui convenuti da tutto il mondo. Una sensazione palpabile e tangibile. Non solo per il vino francese che con questa manifestazione gode di una vetrina unica e invidiabile per tutti gli altri paesi europei. È tutta la filiera che si riscatta e può ben dire che da Bordeaux nasce una nuova primavera per il vino mondiale. Ci sono segnali molto positivi che vengono da una congiuntura economica certamente più favorevole, da una situazione politica, soprattutto in Francia, molto più stabile e definita. Inoltre stanno emergendo in modo concreto le nuove “tigri asiatiche” che si stanno avvicinando in maniera inequivocabile al prodotto vino di alta qualità. Parliamo di Malaysia, Vietnam, Corea del Sud, Indonesia, e poi i paesi arabi come Barhein, Emirati Arabi e Quatar. Soprattutto le prime nazioni secondo gli studiosi di marketing stanno presentando delle dinamiche commerciali interne esterne che sono molto simili al Giappone. Cina e India sono invece dei mercati che stanno paradossalmente “deludendo” nel senso che ci si aspettava molto di più. Ma ci sono ancora problemi di dazi doganali proibitivi, di infrastrutture obsolete e in alcuni casi assenti (vedi ad esempio la mancanza di aria condizionata nei supermercati in India), una logistica che in Cina è ancora primordiale e in India invece più organizzata. Insomma sono dei mercati che probabilmente daranno i frutti desiderati negli anni, in un periodo a medio lungo termine. Crescono anche i mercati sudamericani e in particolare Brasile, Perù, Argentina e Centro America. Gli States stanno cambiando le loro abitudini in materia di bevande. Cambiano gli usi e costumi. Ci si avvicina sempre più al vino e si abbandona sempre più la birra. Questo rappresenta, per la capacità di acquisto fortemente consolidata dei cittadini americani, un mercato ancora tutto da scoprire nel futuro. Ma si dovrà fare i conti con le nuove realtà emergenti come California, Australia, Chile, Sud Africa, e Cina. Si la Cina che è il quarto produttore di vino al mondo! Ma ci sono segnali allarmanti che provengono dall’Australia dove per la prima volta si è isolata la Phillossera e interi vigneti sono stati cancellati. Ebbene un mondo del vino che è in continuo, rapido e incessante movimento. Vinexpo ha rappresentato tutto questo con stile, determinazione e con senso di profonda internazionalità. Più di 50.000 i visitatori professionisti registrati. Più di 2400 espositori provenienti da tutto il mondo. Un incremento di partecipanti del 3% rispetto al 2005. Più di un terzo i partecipanti provenienti dall’estero con una fortissima presenza di buyers internazionali e di giornalisti, più di 1300. Il Club Vinexpo che raggruppa i più importanti buyers del mondo ha registrato la presenza di 1500 unità su 5000 iscritti. Ciò che fa ben sperare è il numero di contratti e accordi stipulati che è aumentato di ben il 26% rispetto l’edizione 2005. Il numero di visitatori europei resta stabile. Una buona partecipazione di Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Irlanda. L’Asia ha dimostrato secondo i pronostici il grande interesse per questa fiera con un numero di partecipanti all’incirca di 2000. Rispetto all’edizione 2005 i cinesi sono triplicati (400), gli abitanti di Hong Kong duplicati (150), la Corea torna in forza con circa 350 buyers il doppio dell’edizione precedente. L’India aumenta del 50% la presenza a Vinexpo 2007 e il Giappone è presente con più di 350 buyers. I paesi dell’est entrano a far parte stabile dei frequentatori di Vinexpo con la Russia in particolare che si afferma come miglior mercato oltre i Balcani con più di 500 visitatori, Polonia e Ucraina con rispettivamente 100 e 110 visitatori. Interessante la partecipazione dei paesi balcanici come la Slovenia, la Croazia, la Serbia, la Macedonia, l’Albania, la Lettonia, Lituania ed Estonia. Più di 2500 visitatori dal Nord America, 2/3 dagli Stati Uniti, 1/3 dal Canada. C’è un concreto riavvicinarsi del popolo americano al vino francese e quindi anche a questa fiera di Bordeaux. Ci ricordiamo tutti i “musi lunghi” la scorsa edizione tra i desk dei produttori francesi! Ben rappresentata anche l’America del Sud e soprattutto il Brasile con una delegazione di 100 visitatori e buyers. Infine Dubai con 50 visitatori e l’Europa del Nord che ha incrementato la presenza con un paese su tutti, la Svezia con più di 400 visitatori. Vinexpo 2007 rimarrà quindi nella storia, ma forse rimarrà soprattutto per il momento in cui si è svolto. Un momento topico per il mondo del vino che attendeva risposte definitive per la rinascita di un nuovo futuro di sviluppo globale. Vinexpo ha centrato questo obiettivo. Per molti produttori Vinexpo ha rappresentato un’iniezione di fiducia fortemente desiderata. Vinexpo, con la sua forte dimensione internazionale, ha contribuito a cogliere anche risorse e limiti del nuovo mercato del vino. Soprattutto ha evidenziato in modo ancora più concreto, come ci sia l’esigenza di “correre”, di attivare azioni sempre più dinamiche e innovative che, nel rispetto del prodotto, possano penetrare in modo stabile e continuativo il mercato globale. La magia del Badge Ho imparato cos’era il “badge” la prima volta che sono stato a Vinexpo. 2 anni fa. Voi direte: che ignorante! Ebbene sì lo ammetto ma ho scoperto tardi che dire cartellino era troppo out. Ma cosa rappresenta il Badge per Vinexpo? È il tuo pass per poter entrare in fiera. Lo prenoti via elettronica da casa. In pratica si fa una preregistrazione che si manda all’organizzazione della manifestazione enologica sulla quale si sceglie come si vuole essere iscritti: produttori, giornalisti, visitatori. Una volta mandati i dati personali all’organizzazione dopo poco tempo, nemmeno una decina di giorni, arriva via mail come per magia un file con sopra stampato la copia del badge (cartellino per quelli che erano rimasti indietro come me…). Attenzione al colore: verde per la “presse” i giornalisti, per gli altri blu per i francesi e bordeaux per gli stranieri. Il badge non è piccolo. Si legge bene in grande stampatello il nome e cognome e l’azienda o il giornale per cui si lavora. Tutti così sono identificabili. Ed è una cosa che non disturba. Anzi è molto apprezzata dai produttori che sanno chi gli sta di fronte quando arrivano al desk. Il badge deve essere sempre tenuto in evidenza. Così si scopre di essere a fianco dell’Export Manager di Moet Chandon, oppure di aspettare in fila per un caffè con il grande biodinamico della Cote du Rhone Michel Chaputier, oppure di attendere il piatto caldo sul tavolino dei ristoranti della passerella con il mitico Cernilli del Gambero Rosso, oppure con il guru di Wine Spectator James Sukling. In alcuni casi sovviene la tentazione della “caccia al vip” come è capitato al presidente della Fiera che più di una volta riconosciuto dal badge ha dovuto posare in compagnia soprattutto degli amici giapponesi. In tutto questo che sembra così goliardico c’è invece un forte senso del rispetto della professionalità altrui e soprattutto l’agevolazione delle attività di accoglienza da parte dei produttori. Loro stessi infatti sulla base dei colori e delle diciture sul badge sanno già quale tipo di incoming attivare nel loro stand. Molti italiani si dicevano favorevoli, anzi fiduciosi, che quel sistema di riconoscimento fosse possibile anche a Vinitaly. Almeno per tutti i veri operatori. Ma come si può fare? Finchè la manifestazione veronese sarà aperta al pubblico non sarà certamente possibile. Ma un sistema per avvicinarsi a Vinexpo non sarebbe sgradito. L’Amarone conquista Vinexpo. Amarone, non è una parola facile nel lessico enologico mondiale. Eppure va sempre più di moda. La Valpolicella sta traendo sempre più prestigio da questo prodotto che sta conquistando il mondo. Il Consorzio di Tutela della Valpolicella era presente a Vinexpo con tutti i prodotti rappresentativi della produzione veronese. Presente il Direttore Emilio Fasoleti coadiuvato dal personale del consorzio. “Amarone sta diventando una parola magica che attrae sempre di più il consumatore internazionale”. Ed in effetti c’è da crederci. Siamo rimasti per un’ora circa vicino al desk del consorzio ed è stato un continuo succedersi di operatori, ristoratori, buyers, produttori francesi, giornalisti di tutto il mondo e wine lovers. Sì proprio produttori francesi attratti ed incuriositi da questo vino che sta conquistando mercati anche a scapito loro. “E’ vero – continua Fasoleti – sono stati molti i vignerons che si sono avvicinati al nostro desk per provare il vino rosso di Verona. Nella maggior parte dei casi sono rimasti stupiti e soddisfatti. Hanno fatto molte domande sulla tecnica di vinificazione e sulla tecnica dell’appassimento. E’ stata una grande soddisfazione e lo potete ben immaginare!, Inoltre alla degustazione organizzata dall’Istituto per il Commercio Estero che ha scelto l’Amarone come prodotto rappresentativo per l’Italia, la partecipazione di operatori e giornalisti da tutto il mondo è stata veramente entusiasmante. Una sala piena per un pubblico molto qualificato, con persone addirittura in piedi ed altri che si sono dovuti controvoglia allontanare. Un successo di pubblico di grande valore”. E pensare che questo vino fino agli anni 80 era considerato un po’ una partita persa se così si può dire. Oggi invece, anche grazie a tecnologie molto più accurate e rispettose del frutto, si è arrivati ad un prodotto che piace e fidelizza il consumatore. Grazie ad alcuni produttori pionieri del veronese che hanno saputo offrire altissima qualità ne è stato creato un mito. Per un periodo di tempo l’eccesso di popolarità ha anche storpiato i quantitativi messi in commercio e soprattutto i prezzi del prodotto. Oggi la saggezza dei produttori veronesi e soprattutto l’andamento dei mercati lo ha fatto ritornare ad uno straordinario vino d’eccellenza ma comunque ad un valore più corretto. E il consumatore ha apprezzato questo cambio di rotta e lo sta preferendo ad altri grandi rossi italiani. La Corvina, il Corvinone e la Molinara hanno fatto la loro passerella in terra francese conquistando il pubblico. “Siamo molto felici di questo. – conclude Fasoleti – non che non ce l’aspettassimo. Probabilmente non eravamo certi che ancora l’Amarone potesse rappresentare un così forte interesse in campo internazionale. Questo fa ben sperare soprattutto per il futuro in quanto i produttori hanno investito molto in questo vino. In Valpolicella pur con stili diversi, l’Amarone, è il prodotto su cui ogni azienda spende maggiormente le proprie risorse e la propria dedizione. Torniamo a casa carichi e soddisfatti. Convinti che il percorso che si sta seguendo in Valpolicella sia decisamente vincente ed ancora estremamente competitivo sui mercati internazionali”. Anche il Soave fa la sua parte da leone!!! Eh sì i vini veronesi sugli scudi! Amarone e Soave su tutti. Anche la presentazione del Soave è andata esaurita durante le degustazioni presentate dall’ICE agli operatori stranieri a Vinexpo. È una sensazione molto positiva quella che emerge alla fine di questo straordinario salone francese. Un bel sorriso sulle labbra che ha coinvolto tutti i produttori italiani e che si è potuto toccare con mano durante le sessioni di degustazione su prenotazione. Il Consorzio di tutela del Soave, rappresentato dal vulcanico Direttore Aldo Lorenzoni e dall’ottimo Giovanni Ponchia, ha presentato gli sviluppi più recenti delle attività svolte dal consorzio e dai produttori del Soave per rendere questo vino sempre migliore. Una sfida della qualità che sta impegnando tutto il territorio, dalle istituzioni locali ai singoli produttori, alle cooperative e le grandi realtà produttive veronesi. Il progetto sul territorio, l’anticipazione sul progetto dei cru ha confermato anche qui a Bordeaux l’eccellenza della produzione soavese e l’innalzamento generale della qualità media di tutte le realtà presenti nella DOC. Soave non esce più dai suoi confini con il timore delle grandi occasioni, anzi le sta cavalcando con il conforto degli operatori internazionali buyers e giornalisti su tutti. Alla platea sono stati offerti degli esempi di alcuni cru aziendali al termine di un filmato che ha messo in evidenza il territorio, i numeri del Soave, la piramide della qualità, i progetti per il futuro. Hanno guidato la degustazione per i loro vini, Giuseppe Rizzardi per Guerrieri Rizzardi e Luca Sabatini enologo della Cantina di Soave. I vini presentati in degustazione sono stati: • Soave Classico DOC 2006 “Costeggiola” di Guerrieri Rizzardi • Soave Classico DOC 2006 “Pressoni” della Cantina del Castello • Soave Classico Superiore DOCG “Castelcerino” Rocca Sveva della Cantina Sociale di Soave • Soave Classico DOC 2004 “Contrada Salvarenza” di Gini • Recioto di Soave DOCG “Il Duello” di Marcato Al termine della degustazione molte sono state le domande di approfondimento riguardo soprattutto la tecnica di appassimento adottata nella produzione del Recioto che ha incuriosito e appassionato non poco gli stranieri presenti in sala. A Bordeaux si è respirato per quasi un’ora profumo di Garganega, e non era male. Anzi! Bernardo Pasquali