In giro per ristoranti

Brescia: Trattoria GA PORTERI “chél che passa el convent”

di Giulio Volontè

04/05/2011

Barbara e Paolo mi aspettano in via Trento.

Ci incamminiamo lungo la strada sino ad arrivare al numero 52.

Spalancato il portone di legno troviamo ad accoglierci Francesca, figlia di Raoul, il proprietario.Entrando ho immediatamente la sensazione di trovarmi in un posto vero, non in una di quelle ricostruzioni “old style” che vanno tanto di moda.

Qui tutto ci fa respirare aria di famiglia.

La palazzina è in borgo Trento, uno dei quartieri storici di Brescia. Francesca ci porta a visitare il ristorante. Dalla strada non ci si può minimamente immaginare cosa si cela dietro quel portone.

I locali sono stati recuperati con uno stile veramente piacevole. Scendiamo qualche gradino ed entriamo in un ampio locale con un grande tavolo per i gruppi più numerosi.

Era la cantina dove si facevano stagionare i salumi. Si, i salumi, perché la famiglia Porteri ha qui una delle più antiche attività commerciali della zona. Questa è, dal 1875, la salumeria di famiglia, riconosciuta dalla regione lombardia come "negozio di rilievo storico". Solo nel 1995, riadattando una parte degli antichi locali, Raoul diede vita alla trattoria.

L'antica salumeria è stata ridimensionata ma esiste ancora. E' una “boutique” della gastronomia locale. Non l'ho scrutata attentamente, i miei amici mi aspettavano per il pranzo, ma dalla vetrina del banco si notavano alcuni formaggi particolari, diversi salumi che hanno stimolato la mia curiosità, insomma, la visiterò meglio la prossima volta, ma aveva tutta l'aria di ospitare un assortimento di prodotti gastronomici di pregio. Preziosi prodotti del territorio scovati uno ad uno.

Tutto qui parla della famiglia Porteri. Gli oggetti, gli arredi, così come le foto appese ai muri. E' di G.A. Porteri che la trattoria porta il nome. Lo possiamo ammirare ritratto in una antica foto nella quale indossa, con impeccabile eleganza, la divisa dell'arma di cavalleria. La stessa eleganza discreta che si respira all'interno del ristorante.

Si apprezza subito anche la cortesia e l'allegria dei Porteri, un'atmosfera accogliente che ci ha fatto sentire subito a “casa”.

E' un posto che meriterebbe di essere visitato a prescindere dall'aspetto gastronomico. Una eccellente opera di conservazione di un antico bene prezioso della città di Brescia.

Ci sediamo a tavola e subito Raoul ci porta un misto di affettati che arrivano, ovviamente, dalla salumeria adiacente, appena affettati. Culatello, salame locale ed un prosciutto cotto il cui sapore corrisponde esattamente alla appassionata presentazione che ne ha fatto poco prima di posarlo sul tavolo.

Per quel che riguarda le altre portate, mi sono fatto consigliare da Paolo e Barbara, due amici di Brescia, e da Francesca. D'altra parte qui si mangia “chél che passa el convent” (quel che passa il convento. Un vecchio adagio lombardo per dire che si mangia quello che c'è. Quante volte l'ho sentito dire da mio nonno e da mio padre)

La cucina, ci racconta Francesca, è il regno della mamma e del fratello Marco, chef innamorato del suo lavoro che studia, sperimenta e si confronta con tanti maestri dell'arte culinaria per proporre i piatti tipici della zona, rivisti in chiave attuale ma sempre nel rispetto della tradizione.

Ecco arrivare quindi i malfatti al Bagòss.

Un piatto tipico che i contadini preparavano riutilizzando il pane raffermo e le erbe selvatiche, servite con il Bagòss, un formaggio d'alpeggio di queste zone. Formaggio prodotto in modeste quantità dai casari di Bagolino con il latte delle vacche bruno alpine che pascolano in alcune malghe del bresciano.

A seguire un piatto che in Franciacorta si cucina dal 1500: Il manzo all'olio che Marco Porteri ci propone accompagnato dalla polenta di Storo e da un tortino di patate al prezzemolo.

Arrivato il momento del dolce mi trovo alle prese con un delizioso cestino croccante alle mandorle con bavarese alla vaniglia, accompagnato da due composte di frutta che guarniscono il piatto.

Mi perdonerete se non so riportarvi con precisione le mie impressioni sui vini ma -pur essendo rimasto impressionato dall'ampio assortimento della cantina- non essendo andato lì per lavoro non mi sono appuntato i nomi dei vini che hanno accompagnato il nostro pranzo.

L'”urgenza” di raccontarvi la mia esperienza nella Trattoria GA Porteri mi è venuta rientrando a casa e, per quanto in modo incompleto, non volevo trascurare di raccontarvi di questo ristorante che, se passate dalle parti di Brescia, non potete fare a meno di visitare.

Se non vi capita di passarci “per caso”, veniteci apposta!

Oltre al piacere di pranzare o cenare dai Porteri potrete approfittarne per visitare la bella cittadina lombarda.

Gli chef li abbiamo appena intravisti, neanche il tempo di far loro i più che meritati complimenti. Ma tanto ci torno! Farò i complimenti la prossima volta.

Esco dal ristorante portando con me due sensazioni ben distinte: una legata alla deliziosa cucina che ho avuto il piacere di assaporare ed alla piacevole atmosfera che si respira nel locale, l'altra sensazione è legata alla soddisfazione che mi pervade quando entro in contatto con queste espressioni eccelse della nostra Italia. Una famiglia che si racconta con orgoglio, che mostra un profondo sentimento di appartenenza al territorio ed alla sua tradizione e che su questi valori porta avanti un'attività legata al mondo dell'enogastronomia da più di 135 anni.

Se vi sembro eccessivamente epico andate a mangiare da GA Porteri e poi mi racconterete.

 

Giulio Volontè

 

Trattoria GA Porteri

030 301833 - 030 380947

www.trattoriaporteri.it