Parliamo di vino

Degustazione di vino kosher nell’antico ghetto di Roma

di Nazzarena Barni Fritsch

21/11/2011

Novembre è il mese della degustazione di vino novello e in questo campo anche il vino novello kosher, a Roma, dove da sempre è presente una grande comunità ebraica osservante, pretende il suo spazio. Basti pensare che quando si parla della tradizione gastronomica romana, in realtà si parla dell’amalgama di cucina ebraica con elementi nostrani, e  accompagnando il cibo, anche il vino vuole la sua parte. Naturalmente interpretato in versione kosher.

Da undici anni l’Agenzia Catering Le Bon Ton cura l’appuntamento con la degustazione, che va  interpretato  come punto di incontro e apertura tra la cultura ebraica e gli interessati non solo delle specialità enogastronomiche, ma anche delle tradizioni della comunità.

Inizialmente nato come incontro per addetti ai lavori, l’evento ha raccolto nel corso degli anni sempre più appassionati, tanto da aprirsi a tutti gli estimatori dei vini kosher e delle specialità gastronomiche della cucina giudaica che li accompagnano. Normalmente tenutosi nei giardini del Tempio, quest’anno, a causa del tempo incerto, si è svolto nella Centro di Cultura Ebraica a Portico d’Ottavia, sempre nel ghetto.

Per chiarire, cosa differenzia il vino kosher da quello non kosher? Kosher significa puro, idoneo secondo le regole alimentari ebraiche. Ai seguaci della religione ebraica è consentito bere vino, purché  lavorato secondo dettami particolari. Questo significa che devono essere controllati e garantiti controlli specifici e rigorosi che vanno dalla coltivazione alla produzione. Prima di tutto il rabbino e i suoi aiutanti (in tutte le fasi l’uva e poi il vino devono essere sempre trattati esclusivamente da ebrei osservanti, cioè che rispettano il sabato), provvedono alla pulizia e bonifica di tutti gli utensili e i macchinari che verranno usati durante la vinificazione. All’arrivo delle ceste con l’uva è il rabbino che dà avvio alla vinificazione con l’immissione dell’uva nella vasca di vinificazione. Gli stadi della vinificazione sono quelli classici, ma sempre accompagnati da certificati di “purezza” che escludono contaminazioni di origine animale come gelatine e colle. La stabilizzazione dei vini avviene per lo più per via fisica, piuttosto che per via chimica. Seguono rigorosi controlli a varie fasi, che terminano con l’imbottigliamento. Ogni bottiglia riceve tre sigilli: tappo, capsula e etichetta, per garantire l’idoneità di tutti i passaggi. Nei ristoranti del ghetto di Roma, come in tutti quelli “osservanti” e naturalmente durante questa degustazione di vino kosher, il vino può essere servito solo da idonei, cioè  ebrei osservanti. Per nostra fortuna, degustarlo è ammesso a chiunque lo voglia apprezzare.

Ma veniamo al vino. Presenti quest’anno cantine italiane e israeliane con vini novelli e non, ma sempre rigorosamente kosher.

·         Cantina Sant’Andrea con  il vino rosso Esh, Tal bianco, che ha ricevuto la Grande Menzione al Vinitaly 2011, e Moscato.

·         Cantine Terracina con Bianco Frizzante Trebbiano, Rosato Circeo, Cabernet Sauvignon, Merlot, Novello, Spumante Rosso Amabile e Spumante Bianco secco

·         Cantina Le Piole con spumante brut Le Piole

·         Falesco con Marciliano,  blend di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc e  Montiano, 100% Merlot.

·         Recanaty Winery con Yasmin bianco blend di uve Sauvignon e Emerald Riesling delle zone di Byniamina e delle valli vicino a Gerusalemme. e Yasmin rosso, blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Shiraz di vitigni della Galilea e della valle di Ella.

·         Binyamina Winery: vitigni della bassa Galilea con Cabernet Sauvignon Teva, Merlot Teva, prodotto con uve della regione Byniamina, Shiraz Teva.

·         Golan Heights Yarden con Gewürztraminer 2010 Yarden,  Chardonnay  Odem 2009 Yarden,  Gran Medaglia d’Oro al Vinitaly 2011, Syrah 2006  Yarden,invecchiato per 18 mesi, e Mt. Hermon Red 2010 Yarden, blend di Merlot, Cabernet sauvignon, Cabernet Franc, Malbec e Petit verdot.

·         Tishbi Estate Winery con Cabernet Petit Syrah 2009, 100% uve cabernet petite syrah, Merlot 2009 al 100% in purezza,  Cabernet Merlot 2005, 50% Cabernet Sauvignon, 50% Merlot, Shiraz 2007, il più autoctono dei vitigni della Cantina, importato nell’antichità in Israele dalla Persia, Muscat 2007  uve 100% di Moscato rosso, vinificato dopo una vendemmia tardiva, Emerald Riesling 2009 da 100% uve Emerald Riesling, Chardonnay 2009 da uve 100% chardonnay vendemmiate a mano. I vini di questa Winery oltre a essere kosher, vengono prodotti secondi i più rigidi dettami “vegan”.

Da notare che anche aziende italiane come Falesco e Sant’Andrea producono oltre a vini non kosher anche vini “idonei”. Vari i riconoscimenti: la Cantina Sant’Andrea ha ricevuto il premio speciale Vinitaly nell’edizione 2011 per la migliore cantina della regione Lazio. Anche  una cantina israeliana, la Cantina Golan Heights, che ha ricevuto un premio speciale  al Vinitaly della stessa edizione.

Come ogni anno grande affluenza di pubblico. Tante famiglie, sia ebree che non, la maggior parte romani. Un momento di incontri e rincontri, di chiacchere, di brindisi, di festa. Non solo la fila al banco delle degustazioni del vino era serrata, con un pubblico nella maggioranza già ben informato, che al banco di degustazione vini chiedeva etichette specifiche. Ma anche ai tavoli delle specialità gastronomiche l’interesse e l’affluenza erano notevoli.

In degustazione piatti della tradizione, come zuppa di pesce con patate e broccoli, rigatoni all’amatriciana, frittelle di pane azzimo con uvetta e pinoli, tipiche del periodo pasquale. Ma una maggiore carrellata delle suggestioni gastronomiche ebraico-romane, mediorientali e dell’est europeo verrà offerta martedì 22 novembre sempre a cura dell’Agenzia Bon Ton presso l’Enoteca Provinciale Romana nell’ambito della Prima Settimana del Bello e Buono, prevista a Roma dal 18 al 27 novembre.

In occasione della degustazione era possibile anche acquistare i vini in confezione singola o in cesti regalo confezionati a scelta con vini kosher, salumi della tradizione ebraica e dolci tipici giudaico-romaneschi, eccellenza delle delicatezze ebraiche.

Perché se a Roma si parla quasi solo romanesco, si mangia quasi solo giudaico.

Contatti: le Bon Ton Catering: info@lebonton.it www.lebonton.it Tel.: 06 7026889

Settimana del Bello e del Buono: www.romaepiu.it/content/settimana-del-bello-e-del-buono

 

 

  • spazio degustazione
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