Chiacchierando di gusto

Alghero. Donne in vigna.

di Gabriella Molli

31/07/2007

 Alghero. Donne in vigna. Già il titolo dell’evento mi aveva affascinata. Sono dell’avviso infatti che come è accaduto per la cucina, fino a metà Ottocento quasi sempre territorio maschile (la donna di fatto aveva un ruolo primario non riconosciuto), è tempo oggi che il Mondovino si apra al talento e alla operatività femminile. E che i vignaioli-maschi riconoscano i percorsi nuovi e talvolta di notevole identità e caratterizzazione, firmati da donne. Quindi sono stata felicissima di aver ricevuto l’invito a partecipare da parte del direttore dell’Ersat di Alghero Mario Sechi, fine e sensibile conoscitore della sua Sardegna, che si ricorda sempre di chiamarmi quando vi sono eventi legati a “cibo e vino”, di cui sono da tempo assidua frequentatrice anche dal punto di vista storico e di cui scrivo. Quando sono arrivata davanti all’Esplanada (non algherese fra tanti algheresi) mi sono letta subito i due pezzi giornalistici sulle donne in vigna protagoniste dell’evento, Annamaria Delitala e Giovanna Chessa. Appesi sulla bella porta di legno a mo’ di biglietto di presentazione E, come è mia radicata consuetudine, ho percorso con occhio esplorativo – ma non cattivo, solo un po’ curioso - tutti i particolari dell’assetto predisposto. Abituata alle grandi kermesse dello Slow Food, a volte sono un tantino troppo critica, lo riconosco. Esigente quel tanto che mi fa apprezzare solo eventi preparati seguendo criteri di armonia e buongusto. Due elementi che al’Esplanada non sono mancati. Candele pronte ad essere accese, lucentezza dei grandi bicchieri, tanto bianco, molto professionale l’atteggiamento del team dell’Enoteca algherese. Dopo le immancabili presentazioni di rito, ho scoperto che erano presenti alla degustazione anche personaggi di spicco, come il critico d’arte del Sole 24 Ore Ada Masoero. Tanto per fare un nome. Fuori campo rispetto al suo mondo perché non si parlava di quadri, ma in linea con la sua curiosità di appassionata degustatrice di vino e della terra di Sardegna. Prodotti d’eccellenza, compresi. Tutto attorno aleggiavano un’energia molto positiva e un interesse vivo e vero verso le due donne in vigna. Che cosa ha reso così piacevole l’evento? Senza ombra di dubbio le linee della degustazione guidata nata in collaborazione con Epulae - accademia nazionale per la formazione e la promozione eno-gastronomica e dell’analisi sensoriale degli alimenti. Ovvero la conduzione di un personaggio sardo che mastica molto bene tutto quanto attiene al territorio vino-cibo. Quell’Angelo Concas, che è sì un brillante conduttore di viaggi sensoriali, ma non solo. Alternando brevi e sostanziose informazioni sulle due donne in vigna protagoniste della serata e sui loro due vini (Margallò di Annamaria Delitala e Mattariga di Giovanna Chessa), il giornalista ha creato molta attenzione anche su altri due prodotti eccezionali: il pane di Olmedo (preparato solo per l’evento, di fatto introvabile), un formaggio fresco ottenuto da latte crudo di gentile burrosità interna e la salsiccia sarda fatta secondo le regole antiche. Ha sfilato però per l’occasione anche un tipico pane sassarese, prodotto solo il sabato mattina in un panificio alla periferia della città, in zona industriale. Un pane di pasta soda di piccola fattura dal gusto incredibile. Se si va alle dieci di mattina è già finito – ha raccontato Antonella Ledà d’Ittiri, mamma di Annamaria Delitala. Tant’è che, data la bontà, lei per l’evento degustazione tenuto all’Esplanada di piazza Sant’Erasmo ad Alghero, lo ha fortemente voluto e ottenuto. Quanto è importante il profilo di vita di una donna che produce vino e quanto è importante la passione al femminile in un'attività di fatto molto razionale, che non ammette errori? La degustazione guidata del ciclo "Donne in vigna" tenuta il 29 luglio all' Esplanada di piazza Sant' Erasmo ad Alghero e condotta da Angelo Concas, ci offre una grande occasione per guardare dentro le vite di Giovanna Chessa, produttrice del Mattariga, Vermentino di Sardegna DOC 2006 (Azienda vitivinicola Chessa, Usini) e Annamaria Delitala, produttrice del Margallò, IGT Isola dei Nuraghi 2004 (Azienda agricola Antonella Ledà d'Ittiri, Alghero). Giovanna Chessa è figlia d'arte, i suoi genitori sono esperti di coltivazione della vigna. Lei sa quanto sacrificio sta dietro una bottiglia di vino. Sa anche che per portare a galla le sfumature minerali della terra in cui vive e dare emozioni a chi beve, non ci si affida al caso. Eppure, giovanisima, decide che quella è la sua strada. A vederla, minuta e gentile sarda bionda, riesce difficile collocarla in vigna. Poi parla e allora si capisce che è "donna in vigna" e "donna di vigna". E' al suo secondo anno di attività e quel Mattariga ha raccolto tutta la ricchezza dei sali minerali del sottosuolo della zona del Nord Sardegna in cui si estendono le sue vigne. A sentirla parlare di cagnulari (presente solo in provincia di Sassari, dice con orgoglio), di manzalica, vitigno molto vecchio che produce un vino generoso di grande equilibrio (supportato da una bella spalla acida, le fa eco Angelo Concas) emerge il tratto professionale pulito, e affiora tutta l'energia che profonde nel suo lavoro. Annamaria Delitala ha radici diverse: la decisione della madre (Antonella Ledà d'Ittiri) di installare un'azienda agricola a Fertilia ha dato un corso nuovo alla sua vita. Il suo primo desiderio è stato viaggiare, andare all'estero. L' America è un sogno realizzato. Come il lavoro in banca a Padova. Poi nasce per ideazione della madre Antonella il progetto di un'azienda agricola. Due donne che amano la terra, le rose, il silenzio della vigna sono una forza indomabile. Eccole quindi assieme per pensare a cosa piantare. Il primo input è un vino rosso: merlot, sangiovese di Lamole, cabernet sono gli uvaggi scelti. E' il 2002. Nel 2004, ecco il Margallò. E ora, a ottobre 2007 un merlot quasi in purezza, e poi vermentino, cagnulari e moscato. L'Ispantu, cosa meravigliosa. Il merlot nato dalla testa di due donne è subito premiatssimo. Qui è tutto regolato da ritmi e dinamiche di lavoro in cui si dà ampio spazio alla produzione di qualità. Intelligenza nel metodo di lavoro, sensibilità verso l'armonia e il piacere. Poteva non essere vincente il fatto di aver progettato "il vino che piace a noi" in una Sardegna che ha i suoi vitigni. Invece no. Arriva la conferma dal concorso nazionale di Pramaggiore e dalla medaglia di bronzo all'International Wine and Spirit di Londra e le fatiche in vigna, le ore passate a sfogliare, togliere e guardare le viti come figlie in crescita, tutto è dimenticato. Annamaria Delitala sembra un'attrice: all'Esplanada ha sfoggiato un'acconciatura da castellana con i capelli tenuti su da mille forcine colorate. Abito etno e disinvoltura. Ma dentro è donna in vigna e di vigna. E vuole andare verso un turismo enologico che si annoda con i prodotti sardi d'eccellenza. Con corsi a fine settimana per coloro che amano la cultura del cibo e del vino, abbinata all'ambiente. Una nuova forma di turismo che offre al comune, alla Regione. Formula che prevede allacci con le università sarde. Una proposta che ricorda la Provenza. Come le rose attorno al rustico che Antonella e Annamaria hanno coperto di vite americana. Gabriella Molli Pubblicista ligure