Incontri con i produttori

Cinque Terre: una donna in vigna tra cielo e mare.

di Gabriella Molli

07/09/2007

 In Liguria, nelle Cinque Terre c'è un vino che si chiama Sciacchetrà La Torre e nasce da una mano femminile. Quella di Maria Beghi che ha una casa di famiglia all'Albana di Campiglia (la località è in provincia della Spezia). La cantina è ubicata in una delizia di casa con torretta, fatta costruire agli inizi del Novecento dal nonno architetto Cesare Bertonati. "La casa con torre – spiega subito la vignaiola – è stata l'ambizione di un'epoca e lui si è ispirato a uno stile estetico già presente nel Mugello". Il villino in pietra grigia arenaria dalla bella e agile linea è collocato in un paesaggio mozzafiato e in una valletta, quella dell'Albana, fatta ad anfiteatro naturale. Siamo nelle Cinque Terre, in zona parco. Non serve dire che questo spaccato di territorio è stato protetto dall'Unesco perchè la sua bellezza è impareggiabile e perché abitato da uomini che ancora oggi lottano con una natura aspra per difenderlo dalle frane o da ferite programmate per costruire senza scrupolo. A difendere questo gioiello librato fra cielo e mare ci pensa il Parco Nazionale, che è un comprensorio costiero di cinque paesini (Riomaggiore, Manarola, Vernazza, Corniglia, Monterosso) dove si pratica una viticoltura "eroica". E ci pensano vignaioli che amano il territorio più che il loro vino. Qui nasce lo Sciacchetrà, un vino che il sole e la roccia nutrono di profumi e venature sensuali, unici al mondo. Viene da uve bosco, albarola e vermentino, uvaggi coltivati nelle terrazze. Le pergole sono bassissime e in luoghi impervi. Vendemmiare è una fatica immane. Tant'è che la raccolta viene fatta con un trenino che s'arrampicca e discende. Dentro questo spaccato di storia spezzina del vino c'è Maria Beghi. Le sue piane sostenute da muretti a secco, racconta, sono state costruite dai Frati Olivetani di San Venerio (il santo è molto venerato e l'isola del Tino in cui ha vissuto, è meta di un religioso omaggio il 14 di settembre). Ha impiantato a vigna un ettaro di monte, con il risultato di architetture rurali da brivido perché la valletta scivola verso le Rosse. Spiagge a cui si accede soltanto dal mare. E raggiungere le vigne non è nemmeno facile. Con bosco, albarola e vermentino Maria Beghi produce un "Rinforzato", che definisce vino passito di famiglia. Un vino da meditazione, dunque, vinificato con l'antica tradizione a contatto con le bucce. Nel 2003 è uscito per la prima volta con il nome di Sciacchetrà La Torre (l'etichetta è di Riccardo Pioli) con 530 bottiglie in formato Iris, un gesto di piccola imprenditorialità fatto anche questo di coraggio. La produzione ogni anno, dice Maria, mi dà molta soddisfazione e la vivo come un qualcosa di splendido che illumina la mia vita. Da dove viene, chiediamo, questa passione per il vino. "La vigna appartiene alla mia vita da sempre – spiega -. Come è appartenuta a quella di mia madre. Siamo alla quarta generazione e nemmeno le vicende dell'ultima guerra che hanno quasi distrutto la casa colpita da uno spezzone incendiario, sono riuscite a togliere vitalità al vigneto. Le cure che gli abbiamo riservato, hanno dato buoni frutti. Nemmeno un incendio scoppiato il 27 dicembre dell'86 è riuscito a distruggerlo e quando sono succeduta a mia madre l'ho fatto con la stessa cura, con la stessa sensibilità, con lo stesso amore per la vigna. Eppure all'Albana non c'è elettricità. Nemmeno il grosso impianto a pannelli solari riesce a rendere agevole il far vino e le comuni attività del quotidiano. Ci sono problemi". Dietro la donna in vigna c'è un austero lavoro in grigio. Maria Beghi, dopo la laurea in scienze politiche oggi lavora alla Usl, dove è responsabile degli affari generali e legali. E addetto stampa. Ma tutto questo non le impedisce di trascorrere tanto tempo in vigna. "Non c'è giorno della mia vita – racconta – che io non pensi al mio vino. Quando vedo quel filo d'oro che scende, mi prende ogni volta una grande emozione che rinnova la mia passione. Ho netto il ricordo dei miei Natali di bambina con il vino Rinforzato nella brocca dal collo d'argento, servito con il panettone genovese. Una passione maturata anno dopo anno. So da sempre cosa fare in vigna e in cantina perché l'ho vissute da vicino". Senza aiuto alcuno? "Diciamo che ho scelto alcune figure professionali a cui affidarmi di volta in volta e un guru: l'enologo Giorgio Baccigalupi. Nella vigna vecchia che sfiora il mare occorre tanto lavoro manuale; nella nuova, reimpiantata di recente con 1350 piante, ho fatto entrare un piccolo trattore. E' di grande aiuto perché s'infila fra i filari, ma quando si è alla guida, ci si sente sospesi in equilibrio fra cielo e terra". Maria Beghi ha aperto da poco la sua cantina alle degustazioni a piccoli gruppi. Basta prenotare la visita su internet: maria.beghi@tiscali. it. Oppure telefonare ai numeri 0187-758279 o 333-8397759. Gabriella Molli Pubblicista ligure