Saperi e sapori

L’enogastronomia del periodo romano in Sicilia

di Giuseppe Liberto

05/03/2007

 In una magica vigilia delle vacanze natalizie, l’Istituto Alberghiero “G. Molinari”di Sciacca, insieme ai Servizi di assistenza tecnica dell’Assessorato regionale dell’agricoltura e delle foreste hanno organizzato un interessante convegno sulla cucina dei romani. Il progetto è stato predisposto dalla professoressa Caterina Messina, che è stata capace di coinvolgere l’intera scuola. La manifestazione ha visto la presenza di interessanti relatori che hanno fatto conoscere l’enogastronomia del periodo romano. La professoressa Messina ha dissertato sulle caratteristiche nutritive del garum, un miscuglio di pesce azzurro e sale, condimento del periodo romano, capace di insaporire qualsiasi piatto dell’antica caput mundi. Il medico Domenico Macaluso, esperto subacqueo, ha mostrato con grande professionalità e conoscenza il mondo marino delle acque antistanti il porto di Sciacca. Dai vari rinvenimenti dei relitti affondati, ha messo in risalto le varie derrate che partivano ed arrivavano dalla città saccense. Per l’Assessorato agricoltura e foreste è intervenuto il Dr. Mario Turturici parlando della valorizzazione dei prodotti tipici regionali. Relatore d’eccezione è stato il professore Nico Valerio, giornalista e storico romano che ha raccontato il mondo dell’enogastronomia della Roma imperiale. Sempre per l’Assessorato agricoltura e foreste è intervenuto anche Mario Liberto. giornalista e enogastronomo, il quale, ha raccontato gli otto secoli dei romani in Sicilia evidenziando la cultura, la storia, la gastronomia ed le angherie di questo popolo, distintosi per non aver lasciato alcun segno peculiare della loro presenza nell’isola. Il convegno è stato chiuso dal preside, professore Stefano Mendola, che dopo avere elogiato relatori e professori ha invitato la platea a degustare alcuni piatti dell’epoca romana rivisitati dal maestro di cucina, professore Stefano Marciante. Il pubblico è rimasto attento ed entusiasta fino all’ultima relazione apprezzando, successivamente, i meravigliosi piatti rivisitati della cucina storica dell’epoca romana. Giuseppe Liberto