Parliamo di vino

Emergenti d’Irpinia: Rocca del Principe e Antichi Coloni

di Maurizio Valeriani

19/04/2013

 

Molto interesse ha suscitato, a Roma, presso l’Osteria Le Coq (www.osterialecoq.it)  l’incontro con due brillanti produttori irpini: Ercole Zarrella dell’azienda Rocca del Principe, e Raffaele Santoro, titolare di Antichi Coloni.

Rocca del Principe, che ha sede a Lapìo (forse il Comune più vocato per il Fiano) risulta ormai una realtà affermata nell’ambito delle guide, con diversi premi conquistati dal suo fiano, anche se la notorietà presso i wine lovers ed esperti del settore, non è ancora completamente raggiunta, nonostante una qualità media veramente molto elevata, che abbiamo potuto rilevare, valutando l’evoluzione dei vini attraverso una splendida verticale, di cui vi vogliamo dare conto:

Fiano d’Avellino D.O.C.G. 2004 – Rocca del Principe: l’annata ha visto un ritardo nel germogliamento e nella maturazione con raccolta il 22-23 Ottobre.  9 anni e non sentirli, si potrebbe dire da un punto di vista organolettico. Fresco, avvolgente con sentori di pesca, ananas e chiusura minerale. Il leggero residuo zuccherino è ben bilanciato da una viva acidità. 88/100

Fiano d’Avellino D.O.C.G. 2007 – Rocca del Principe: l’annata calda fortunatamente influisce poco su un vino, che pur avendo qualche sentore accennato di frutta matura ed essendo leggermente alcolico, mantiene una straordinaria integrità, con note di miele di acacia e frutta secca, e con ricordi di erbe aromatiche.85/100

Fiano d’Avellino D.O.C.G. 2008 – Rocca del Principe: molto minerale questo fiano che risulta pieno, ricco, con toni di fiori bianchi e gialli, camomilla e frutti della passione. Profondo, complesso, elegante, ed ancora giovane. 91/100

Fiano d’Avellino D.O.C.G. 2009 – Rocca del Principe: stavolta l’annata più difficile si avverte. Ed infatti il vino risulta alcolico, seppur dotato di buona acidità e di piacevoli sentori balsamici e minerali. 82/100

Fiano d’Avellino D.O.C.G. 2010 – Rocca del Principe: un fiano capolavoro, con note che vanno dalla nocciolina americana all’agrume, dalle erbe officinali alla pietra focaia, dai fiori bianchi alla menta. Complesso, elegante, di grande materia, ha ancora diversi anni davanti a sé.93/100

Fiano d’Avellino D.O.C.G. 2011 – Rocca del Principe: ancora troppo giovane ed in riduzione, anche se si capiscono le ottime potenzialità. Aspettiamo di riassaggiarlo tra qualche mese.

 

Antichi Coloni, è invece un’azienda giovanissima, con un titolare altrettanto giovane.

E l’entusiasmo di Raffaele Santoro, 33 anni, ci contagia, ancora prima di iniziare la degustazione. Poco meno di 2 ettari a Paternopoli, tutti ad Aglianico,  e meno di 10 mila bottiglie prodotte in 3 etichette di cui vi vogliamo raccontare le nostre sensazioni gustative:

Campania I.G.T. Vinicius 2011 - Antichi Coloni :  poco più di 2 mila bottiglie prodotte, per questo vino, che nelle intenzioni del produttore è un prodotto da tutti i giorni, che ricorderebbe quello prodotto a suo tempo dal nonno. In effetti il vino risulta semplice e vinoso, con un tannino ancora aggressivo, ma di ottima bevibilità con tipici sentori di spezia e frutti neri.  Deriva dalle uve raccolte nella parte bassa del vigneto, che è più ricca di argilla. 80/100

Irpinia Aglianico D.O.C. Natu Maior 2008 - Antichi Coloni: praticamente un piccolo Taurasi prodotto in poco più di 7 mila bottiglie.. 12 mesi in acciaio e 12 mesi in barrique (francesi e americane). Fresco, polposo, succoso, con note di prugna e ciliegia, spezie, pepe, e chiusura balsamica, Profondo e complesso e di grande soddisfazione. Deriva dalle uve raccolte nella parte intermedia del vigneto, ricca di calcare.  90/100

Taurasi D.O.C.G. Centaurus 2008– Antichi Coloni : 449 bottiglie e 99 magnum numerati per questo Taurasi, che viene realizzato dalle uve derivanti dalla parte alta della vigna, ricca di pietrisco. 36 mesi di tonneau (1 solo tonneau interamente dedicato). Tanta materia e gran bella polpa, con sentori che vanno dalla spezia ai frutti di bosco. Pieno ed avvolgente, anche se leggermente alcolico e con un legno ancora molto invasivo nelle sensazioni organolettiche. 82/100