Parliamo di vino

Dalla Campania con Furore : la Costiera vinicola di Marisa Cuomo

di Maurizio Valeriani

05/07/2013

Marisa Cuomo con il marito Andrea Ferraioli

Un grande legame quello tra Andrea Ferraioli e sua moglie Marisa Cuomo, dato non solo dai sentimenti e dall’affetto reciproco, ma dall’amore per una terra unica, bellissima ma molto difficile da coltivare.

Queste sono le nostre sensazioni al termine dell’incontro che si è svolto a Roma presso il Ristorante Tutto Qua, dove abbiamo a lungo conversato con Andrea, ed un pochino meno con la più riservata Marisa.

Insieme al vino hanno raccontato anche la loro storia che è una storia di passione personale e professionale: dalla loro storia d’amore è nata una famiglia ma anche una cantina che oggi è forse la più rappresentativa della zona e che oltre la qualità dei vini ha a cuore il Territorio della Costiera Amalfitana nel senso più ampio del termine.

Infatti il recupero delle vecchie vigne, ad oggi l’azienda conta 51 conferitori, tutti piccoli agricoltori, operato grazie alla solidità dei rapporti instaurati e alla bravura di Andrea e Marisa, ha riportato, oltre alla qualità delle uve, il ripristino e il mantenimento di un panorama unico al mondo che viene così goduto ed apprezzato anche da tutti quei turisti che magari non bevono il divino nettare!

Tutto questo in un contesto che, se per il turista è affascinante, per l’agricoltore e e per il vignaiolo è fonte di fatica e di sacrificio. Certo, se si viene ripagati dalla presenza costante di uno degli scorci marini più belli al mondo e da prodotti di qualità apprezzati da pubblico e critica si può anche decidere di rinnovare la sfida a lungo.

Veniamo a noi e alle bottiglie che sono state presentate nel contesto dell’osteria romana Tutto Qua:

Furore Bianco 2012

Iniziamo con un vino d’annata, assemblaggio paritario di Biancolella e Falanghina, che prepara il palato al vino più importante. Naso floreale di ginestra e tiglio, qualche richiamo a note dolci di miele di zagara e frutto tropicale, in bocca è ricco oltre le aspettative, con note dolci ben equilibrate da sapidità e freschezza non eccessiva (l’annata calda si sente più da un equilibrio prematuro che da maturità eccessiva). Apripista di lusso. 87/100  

Furore bianco Fiorduva 2011

Iniziamo la verticale con un giovanissimo 2011, dal naso lieve ed elegante per nulla segnato dalla barrique nuova, che pure è utilizzata per il 40% della massa, in bocca ritroviamo i toni dolci della frutta tropicale ma anche una bevibilità garantita da freschezza e mineralità davvero equilibrata. In evoluzione. 88/100

Furore bianco Fiorduva 2010

Il 2010 mantiene lo stesso mix di uve autoctone, Fenile, Ripoli e Ginestra, ma propone un profilo diverso che legge molto bene la ricchezza e l’equilibrio dell’annata: il naso esprime sensazioni minerali e di fiori gialli e di frutta matura, aromi di fieno, in bocca si distende con un altro passo ricco ma non stucchevole, grasso e glicerico ma mai sovrabbondante, sapido e minerale con una chiusura che invita al riassaggio. Prospettiva luminosa. 89/100       

Furore bianco Fiorduva 2009

Qualcosa di diverso si avverte sin dalla prima “snasata”, con qualche tono boisée che, diversamente dalle annate più giovani, si mostra disturbando il quadro olfattivo; in bocca è come rigido e compresso, ancora una volta forse l’annata leggermente piovosa, non si distende con la piacevolezza e l’equilibrio cui ci eravamo abituati, Andrea sostiene che ha bisogno di più tempo, io rimango con il dubbio di un’annata minore. Fratello diverso. 84/100

Furore bianco Fiorduva 2008

Ultima annata disponibile nella serata, il colore è decisamente giallo di oro antico, il naso complesso, arricchito da note di frutta secca e di note pietrose e marine, ma è l’assaggio a colpire con un equilibrio ad un livello molto alto, glicerico, sapido di pietra e scoglio, frutto maturo ma non stanco, lungo e appagante, il meglio della serata. Esperienza da consigliare. 93/100  

Furore Rosso Riserva 2008

Classico uvaggio paritario Piedirosso (localmente Pere e’palummo) e Aglianico (in realtà Aglianicone) il Furore rosso Riserva sembra al naso un vino di montagna (e forse per qualche verso lo è ,con vigne che arrivano anche oltre i 600 mt. S.l.m.) esprimendo sentori floreali di geranio e anche erba tagliata e speziatura di chiodi di garofano; in bocca fresco e appena rustico, con un corpo medio e un finale leggermente astringente si rivela un vino da abbinamento, magari con un bel coniglio all’ischitana! A tavola 80/100