Notizie e Recensioni

FRAGRANZE

di Sandra Ianni

17/09/2013

Pitti Fragranze a Firenze: il luogo in cui la migliore profumeria artistica internazionale si incontra. Una kermesse per addetti ai lavori ma anche un osservatorio d'eccezione sul mondo della cultura olfattiva ispirato quest'anno al tema della memoria, ovvero all'idea che un'emozione rivive, ancor più che attraverso la vista, quando è evocata dall'olfatto. Un approccio diverso ed inusuale per una sommelier ma sicuramente un'esperienza per ampliare le conoscenze sull'olfatto, un senso ancora da svelare ed esplorare.

L’edizione PITTI FRAGRANZE 2013, tenutasi al 13 al 15 settembre alla Stazione Leopolda di Firenze, ha avuto come tema la memoria. Memoria intesa come evocazione dei ricordi, anche tra i più nascosti e dimenticati, stimolati da un progetto strutturato e composto non solo da odori, ma anche da allestimenti grafici, scenografici, artistici e da videoproiezioni che accompagnavano i visitatori durante tutto il percorso espositivo. Memoria intesa, anche, sotto un profilo più prettamente scientifico, in cui l’odore diventa viatico terapeutico. A questa idea innovativa si è collegato uno dei momenti più interessanti della manifestazione: la conferenza su “Olfatto e Memoria” curata da Alienor Massenet (figura di spicco e “naso” per Estée Lauder, Lancôme e Armani) che ha presentato un progetto, che da alcuni anni sta coordinando tra i più importanti ospedali pubblici di Parigi, in cui l’odore diventa uno strumento di riabilitazione per pazienti afflitti da gravi problematiche, come amnesie o traumi, diventando così uno strumento prezioso per la riattivazione dei circuiti neuronali legati al ricordo.

Molto interessante è stato il talk dedicato al mondo delle fragranze orientali, profumi che da sempre hanno influenzato la cultura occidentale, con la partecipazione dell’esperto Shahzad Haider, autorità riconosciuta a livello mondiale come massimo esperto della profumeria orientale, che ha messo in evidenza tutte le interazioni tra Occidente e Oriente, sia dal punto di vista culturale sia da quello commerciale. Tra gli argomenti trattati sono stati approfonditi aspetti legati alle preferenze olfattive del mondo arabo, come ad esempio il cumino, fragranza che invece è detestata dal pubblico statunitense per sgradevole assonanza con l'odore di sudore. Ma anche inedite considerazioni su come le donne arabe amino usare anche sette differenti profumi contemporaneamente e sulla evocativa definizione della funzione del profumo per l'uomo arabo, ovvero: “...un momento importante, che assume un grande valore, quasi una benedizione!”.

A Pitti Fragranze non poteva mancare Chandler Burr, noto giornalista e critico di profumi per il New York Times, nonché direttore del Dipartimento di Olfactory Art del Museum of Arts and Design di New York; una delle figure più autorevoli del mondo della profumeria, autore tra l'altro del progetto Scent Dinner. Evento che vuole coniugare l’universo olfattivo con quello gustativo; una sorta di viaggio tra odori e sapori, uno degli esperimenti polisensoriali maggiormente riusciti negli ultimi anni. Idea nata da una conversazione con lo chef Jimmy Sakatos, che si è subito trasformata in un format vincente che Burr ha esportato in giro per il mondo. L’ingrediente alla base di questa cena emozionale è l’evocazione di suggestivi immaginari, creati sia dalla stimolazione olfattiva, attraverso quelli che in gergo tecnico vengono definiti profumi golosi o culinari (1), sia da quella gustativa, per mezzo di uno speciale menu appositamente ideato.

(1) Si tratta delle fragranze denominate gourmande, ovvero caratterizzate da elementi “golosi”, che danno evocazioni olfattive di tutto ciò che può essere gustato o bevuto, dai sapori zuccherini. Queste fragranze sdrammatizzano l’accordo legnoso, dando un tocco in più alle composizione fiorite e fruttate. Le note di vaniglia, miele e cacao sono tra le più utilizzate, ma negli ultimi anni hanno preso piede anche le note di caffè, liquirizia, rhum e praline, senza dimenticare quelle più particolari di fico e caviale utilizzate in profumi unisex per rendere il profumo più corposo e goloso.

Torniamo al cuore di Pitti Fragranze, i profumi, il fluire di effluvi, di scie, di fragranze dove oltre alle più famose maison sono state ben rappresentati marchi giovani e nuovi, un incredibile e variegato panorama su profumi ed essenze senza tempo ma anche le firme che hanno fatto la storia della profumeria. Ricerca estrema nella scelta delle materie prime, attenzione nelle lavorazioni e nella composizione, strabilianti o minimalisti i packaging. Tra le tante esperienze olfattive sono stata colpita per l'incredibile complessità dalla nuova creazione “Fate Man” presentata in anteprima da AMOUAGE, sinonimo di lusso ed eccellenza olfattiva. Su un versante stilistico completamente diverso, la giovane ed effervescente realtà artigianale, SCENTBAR di Cesena, azienda nata quattro anni fa e caratterizzata dalla ricerca di materie prime di altissima qualità e di origine naturale, che colpisce anche per il packaging essenziale: nessun nome ma solo numeri ad identificare le diverse fragranze che fanno rivivere, attraverso l'esperienza olfattiva, immagini, ricordi ed emozioni.

Un'esperienza evocativa e sorprendente è stato l'approccio alla linea “NU_BE”, della giovane azienda FlLUIDOUNCE di Parma, che propone una tavola periodica olfattiva, in cui ogni fragranza si ispira ad un elemento chimico, grazie alle interpretazioni, libere ed ardite, di maestri profumieri internazionali. Hydrogen, Oxygen, Mercury ed il nuovo Sulphur ricreano un mondo olfattivo, nelle sfumature più segrete ed alchemiche, ogni profumo un viaggio che racconta la formazione dell'universo.

Anche il mondo del vino era presente in questa manifestazione seppur limitatamente alle profumazioni per l'ambiente proposte da “UT OLET VINUM” che prendono a prestito nomi ben noti del nostro panorama enologico come: Chianti, Fragolino, Moscato e Lambrusco.

Certamente un approccio profondamente diverso dalle degustazioni enogastronomiche ma senza dubbio un'esperienza estremamente formativa per chi fa dell'olfatto il proprio strumento di lavoro.