Chiacchierando di gusto

Oltre il caffè.

di Gabriella Molli

03/11/2007

 Oltre il caffè. Un viaggio insolito dentro libri, lettere e tavolini. In nome di quella spezia chiamata caffè. Una tazzina di caffè racconta storie di vita quanto un bicchiere di un grande rosso d’annata. Quanto una tavoletta di cioccolato. Può diventare un laboratorio del gusto o può ispirare una mostra. Che quando è ambientata nella situazione straordinaria di un caffè storico può muovere emozioni e intellettualità quanto una mostra d’arte. E’ quello che ho pensato quando in occasione del Festival della Mente 2007 (tenuto a Sarzana in provincia della Spezia), a latere dell’evento, ho visitato la mostra “Il Caffè, un Luogo della Mente” allestita presso il Loggiato di Fiammetta Gemmi. Lo straordinario spazio è ubicato sopra lo Storico Caffè Gemmi. Ricavato in un vecchio convento, ristrutturato e poi trasformato in raffinato luogo d’incontro dove arte si coniuga con convivialità, deriva il nome dall’ampio dehors tutto archi. Fiammetta Gemmi continua nel “suo” Caffè di famiglia (annoverato fra gli storici Caffè italiani) l’attività del padre. Sensibile interprete di riti come quello della pasticceria rigorosamente artigianale (la sua Spongata è eccezionale), o del cioccolato in tazza servito con una Sacher deliziosa, ha ricondotto il momento del caffè ad antichi valori di degustazione lenta tra arredi d’epoca (il Caffè è stato aperto a inizio di Novecento) con la pasticceria a vista. Quando girando per l’Italia ha conosciuto il modenese Paolo Salvarani, cultore di libri antichi e ideatore di una mostra sull’universo umano dei frequentatori di caffè, l’imprenditrice sarzanese ha immediatamente deciso di portarla a Sarzana nel cinquecentesco saloncino del suo Loggiato. Anima della Libreria Grandangolo di Modena, Salvarani ha creato un piacevolissimo e raffinato viaggio storico fra libri, lettere e tavolini di caffè. Quindi la sua è sì una mostra ispirata al caffè e sui Caffè, sulle idee pensate in quei Caffè e sulle poesie a volte scritte (e cancellate) proprio sui tavolini di marmo che costituivano il fulcro passionale degli incontri al Caffè. Ma è un modo per riscoprire brani di storia civile e letteraria da una angolatura speciale. La spezia nobile dalle tante proprietà è il tramite e non il “luogo da esplorare con i sensi”. Ci porta dentro situazioni intellettuali, in momenti di relax diventati in qualche occasione pura letteratura. Quindi vedere la mostra è come seguire e riscoprire un percorso distribuito nel tempo: dal Caffè del Verri, al Caffè Michelangelo tanto caro ai macchiaioli. E’ trascorrere eventi (e fermenti) nati al Caffè delle Giubbe Rosse, fino agli ultimi fuochi del Caffè Rosati. Paolo Salvarani ha ideato questo viaggio con la sensibilità di chi ama far rivivere le atmosfere culturali sottese alle cose antiche, creando attraverso stampe, grida, libri, riviste, fotografie, lettere un immaginario itinerario che parte dall’arrivo del caffè in Europa (quando era considerato una sostanza quasi misteriosa) e va fino alle prime settecentesche Botteghe del Caffè. Fino ai locali del primo Ottocento dagli splendidi arredi e al clima letterario e artistico dei Caffè del primo Novecento. La storia della spezia-caffè è presente in libri rari con antiche descrizioni botanico-naturalistiche. Ma il sottile filo rosso della mostra è la traccia nera che emerge nelle lettere autografe, nella prima edizione originale a libro del raro periodico del Verri “Il Caffè”, nelle frasi, citazioni, passaggi dove il caffè è protagonista. Gabriella Molli