Parliamo di vino

Merano Wine Festival : I migliori assaggi friulani

di Maurizio Valeriani

16/11/2013

Il Friuli Venezia Giulia con i suoi Superwhites, ha fatto la storia del vino bianco di qualità in Italia, facendo leva dagli anni ’80 in poi, o sulla gestione dell’ossigeno, sulla fermentazione malolattica e su una gestione spesso calibrata del rovere tostato francese; utilizzando uve autoctone come il Tocai (ora “friulano”), la Ribolla Gialla, la Malvasia Istriana, e alloctone (ma Sauvignon, Pinot Blanc e Gris, Chardonnay, sono vitigni che ormai si possono considerare di casa nelle province di Udine e Gorizia).

Negli ultimi anni questa tendenza sta cambiando ed accanto a vini bianchi grassi e burrosi, troviamo interpretazioni più semplici, non “dimostrative”, giocate sulla freschezza e la mineralità.

I vini rossi, inoltre, registrano un complessivo miglioramento , anche se non sono molte le punte di qualità. Vi sveliamo, come di consueto le nostre preferenze con la nostra Top Five dei migliori assaggi al Merano Wine Festival:

Collio Friulano Ris. 2009 – Renato Keber. L’appartato vignaiolo di Zegla ci ha abituato da anni a vini seri, maturi, generosi, lasciati a lungo nel vetro prima di essere proposti al pubblico. Non fa eccezione questa riserva, affinata per 12 mesi in botte grande, con note balsamiche e di frutta secca al naso, di gran carattere in bocca, polposo e sapido, di buon allungo in chiusura, dove emerge (e avvolge) il fraseggio tra una schietta mineralità e la tipica mandorla del miglior tocai. 91/100

Colli Orientali del Friuli Friulano Vigne Cinquant’anni 2010 – Le Vigne di Zamò. L’annata in commercio è la 2011, ma il produttore ha presentato al banco anche questo esemplare e il 2009, dimostrando le capacità evolutive del vitigno (che facciamo ancora fatica a non chiamare più Tocai…). Al momento è il 2010 a esprimersi meglio, ma solo di misura: al naso definite note di salvia, più sfumati i toni di mandorla e nocciola; al palato è molto elegante ed equilibrato, il finale è luminoso, con continui rimandi agli agrumi, alle spezie e alle erbe aromatiche. 90/100

Collio Bianco Col Disôre 2009 – Russiz superiore. In primo piano note di balsami e spezie, poi emergono la frutta liofilizzata e la buccia d’agrume; bocca molto sapida, ritmata, coinvolgente, agile e tenera. In chiusura emerge la frutta matura e torna la nota speziata del legno. Un vino legato ai parametri degli anni Novanta, però ben fatto. Pinot Bianco in prevalenza, poi Friulano, Ribolla Gialla, Sauvignon. Un anno in botte grande. 89/100

 

Rosazzo Docg Abbazia di Rosazzo 2011 – Livio Felluga. La famosa cantina della carta geografica ha rilevato nel 2009 gli storici vigneti dell’abbazia di Rosazzo, decidendo di riunire le uve (60% Friulano, poi Sauvignon, Pinot Bianco, Ribolla Gialla, Malvasia Istriana) in un unico blend che viene affinato un anno in botte grande. Ottimo il risultato: sentori vegetali, minerali e di frutta secca all’olfatto; bocca fresca e piena, profondità gustativa, bel succo, lunga chiusura su note agrumate (pompelmo). 89/100.

 

Colli Orientali del Friuli Bianco Sauvignon 2012 – Dorigo. Cantina e gran parte dei vigneti nuovi per una storica firma del vino friulano d’autore. Questo esemplare, affinato in acciaio, è lontano dal modello adottato da diversi produttori in regione, che prediligono esaltare le classiche note erbacee della varietà aggiungendo i toni dolci e vanigliati del rovere. Questo, al contrario, è un fresco bianco d’annata, dall’olfatto magari riservato, ma molto equilibrato al palato, strutturato, di bella beva e personalità. 88/100