Itinerari e turismo enogastronomico

Serrastretta (CZ) un territorio che merita un viaggio.

di Sandra Ianni

05/09/2014

Foresta di Serrastretta

                                                        

Serrastretta, in provincia di Catanzaro, sorge lungo il crinale del massiccio del Reventino nel cuore della Calabria; proprio sopra Lamezia in quell’area istmica in posizione equidistante tra Ionio e Tirreno. Il nome del paese deriva dalla sua collocazione geografica ovvero: stretta tra i monti delle Serre. Comprende numerose frazioni e un vastissimo territorio formato da tre monti, tra cui il Monte Condrò appartenente alla catena della Sila Piccola; si alternano colline e valli, faggete e castagneti, ma non mancano pianure aperte e coltivate.

Viva, a livello famigliare, la castanicoltura che nonostante la dura prova dell’attacco del cinipide è pronta a ripartire. La varietà locale è denominata “lucente” per via del bel colore che assume ma essendo di piccole dimensioni è principalmente destinata all’essiccazione, attraverso tecniche tradizionali come ad esempio la “casella”, un locale costruito appositamente su due piani per assicurare un calore costante in grado di essiccare lentamente le castagne, che prendono al termine del processo il nome di pastille.                                                      

L’agricoltura, è mantenuta viva, quasi come nel passato, attraverso orti nel centro abitato, e fornisce legumi, con numerose varietà locali, e ortaggi, in particolare patate. Nel territorio non mancano noccioli, mele e una vecchia varietà di pero chiamato viteralisi.  Ottime le produzioni di miele e di melata. Ma la maggior parte delle attività si basano sulla lavorazione artigianale del legno che da sempre mette Serrastretta al primo posto, in campo meridionale, per la produzione di sedie. Il modello in assoluto più gettonato è quello della "Tredici bis" particolare per la sua spalliera sulla quale vi è un disegno apportato con un'apposita pressa; il legno maggiormente utilizzato è il faggio che anticamente era ricavato dalla faggeta comunale.

Per quanto concerne la gastronomia siamo in presenza di una cucina sana perché essenziale e povera, con prodotti della terra che richiedono una lunga preparazione come ad esempio le conserve o carni di maiale sapientemente lavorate, come ad esempio quelle di Gigliotti un giovane ragazzo poco più che ventenne che alleva maiali e ne lavora le carni senza uso di additivi e conservanti realizzando sublimi ‘nduje, soppressate e pancette. Tra i piatti tipici le milingiane chine, in altre parole melanzane ripiene, con pane, uova e formaggio pecorino, cotte al forno e poi fritte; grispelle (frittelle con purea di patate), vrasciole di patate (una sorta di crocchette di patate lesse con prezzemolo e pecorino). Un’esperienza da non perdere è la minestra cunsumata di cavolo o di finocchi selvatici, un piatto povero che prevedeva anche un pezzetto di cotica e una lunga cottura. Tra i dolci: bucconotti, fraguni dolci, copeta, zeppole e panette.  I piatti della tradizione si possono ancora oggi gustare presso l’agriturismo “’E Turre”, immerso nel verde dei boschi e circondato da un meleto coltivato biologicamente, che offre una calda ospitalità e delle imperdibili vrasciole di patate. Merita un viaggio anche il ristorante pizzeria “Il vecchio castagno” animato da Delfino Maruca, cuoco storico della Comunità di Terra Madre di Slow Food, che vi accoglierà in un luogo magico immerso in un bosco che domina una valle dai colori cangianti e dai profumi intensi che mettono appetito. Antipasto di salumi locali, di produzione famigliare; preparazioni creative a base di erbe spontanee, verdure, formaggi locali e pane di castagne con lardo. Indimenticabili gli gnocchetti alla borragine con pancetta e la pasta al finocchietto selvatico.

Non solo gastronomia ma anche artigianato e tradizioni, tra le attività di grande tradizione il ricamo, l’arte della tessitura a telaio, nonché la liuteria, in particolare per la costruzione di lire e ciaramelle. Per quanto concerne le antiche tradizioni locali da non perdere la festa del 10 e 11 agosto in cui tutta la cittadinanza si anima e s’industria per farvi rivivere la Serrastretta di un tempo. Attraverso visite guidate, con rappresentazioni e ambientazioni volte a rievocare i mestieri e gli usi di un tempo. Avrete modo di vedere come ricavare un filato dalla ginestra, la lavorazione al tombolo e la tessitura al telaio manuale. Suggestiva e coinvolgente la riproposizione di antiche usanze come quella dell’accippamiantu, ovvero la richiesta dell’innamorato della mano della fidanzata, attraverso il rito che consisteva nel mettere sull’uscio della casa della ragazza un ceppo, se questo era portato in casa significava che il padre della giovane acconsentiva al fidanzamento se lo lasciava fuori doveva interpretarsi come un diniego. In entrambi i casi il pretendente, accompagnato da musicanti, procedeva con una serenata d’amore, o di sdegno, sotto la finestra della ragazza. La festa Serrastretta nel tempo si conclude con il corteo, dalla casa della ragazza a quella degli sposi, di donne con ceste sul capo che trasportano la dote.

Questo territorio che si inserisce a pieno titolo nella Comunità del Reventino è un esempio di notevole laboriosità e sapienza,  un tempo caratterizzato  dall’abbondanza di legname  e dall’allevamento del baco da seta mentre oggi continua con l’attività di piccole aziende artigianali che producono sedie ed arredi in legno, sopravvivono attività come quella dei cestai, utilizzando canna, giunco, pioppo e salice ma non mancano due esempi di produzioni di eccellenza come la casa editrice Rubbettino  (www.rubbettino.it)  e il lanificio Leo  (www.lanificioleo.it). Quest’ultima azienda realizza tutte le fasi produttive dalla trasformazione della lana in filo al packaging del capo finito e custodisce una collezione di antiche macchine tessili, costituisce un valido esempio in cui le logiche di design oriented e i valori legati alla tradizione si integrano perfettamente in un modello che coniuga perfettamente il fare impresa e cultura. Ed infine un particolare da non perdere: Serrastretta è anche nota per avere dato i natali alla famiglia di Dalidà e non può mancare la visita al museo dedicato alla cantante di fama internazionale.

 

“E Turre” Azienda Agrituristica di Molinaro Marco 

Loc. Contrada Viterale SERRASTRETTA (CZ)           

tel. 0968 84080 / 3386251081 

e-mail info@eturre.it www.eturre.it

 

Ristorante Pizzeria “Il vecchio castagno”

località Tavernise Via C. Alvaro, 1 SERRASTRETTA (CZ)

tel. 0968 81071 / 339 8410115  

e-mail ilvecchiocastagno@alice.it

  • Artigiana di Serrastretta