Parliamo di vino

L'acino parlante

di Bernardo Pasquali

05/03/2007

 semplicemente per il Gusto…di raccontare! Gianfranco Fino Nuovo pioniere del Primitivo in concentrazione. Gianfranco Fino, secondo da destra, alla premiazione del suo ES, a Merano durante la consegna della Corona della Guida Vinibuoni d’Italia del Touring Club Gianfranco Fino è conosciuto come grande produttore di olio in Puglia. Proprietario di 6000 alberelli di Primitivo di oltre 50 anni oggi è diventato un pioniere di una nuova interpretazione di questo grande vitigno del sud. Lo ha fatto scombinando le carte come si dice. Infatti ha cercato di produrre un “recioto” in terra di Puglia. Stiamo scherzando ovviamente ma chi avrà la fortuna di degustare questo prodotto troverà dei caratteri similari con tutti i vini ottenuti con metodo di surmaturazione e appassimento delle uve. Questa è stata la sensazione che personalmente ho avuto a Caserta durante la presentazione dei vini delle due Sicilie organizzato dalla Guida Vini Buoni d’Italia del Touring Club. Il coordinatore della guida della Puglia Andrea De Palma, raffinato ed esperto gourmet e degustatore di Castel del Monte, mi ha invitato a non perdermi questo vino e per questo lo ringrazio. Il primitivo è un vitigno che a Manduria, importante centro dell’enologia tarantina, da il meglio di se stesso offrendo un prodotto tipico delle terre calde del sud, con una notevole carica alcolica e tannica ben compensata da una discreta acidità. Molto minerale normalmente è un interprete fedele dei profumi delle terre arse e rosse argillose di queste pianure. Un vino con una carica aromatica intensa di frutti rossi, di spezie dolci, di agrumi in alcuni casi e di erbe aromatiche e selvatiche spontanee di questi luoghi. L’interpretazione di Gianfranco Fino è un’esaltazione di queste variegate potenzialità del vitigno. Infatti la tecnica della surmaturazione in pianta fino all’appassimento dei chicchi, porta all’aumento della concentrazione zuccherina e dell’acidità con un incremento significativo delle componenti aromatiche tipiche e l’ammorbidimento dei tannini della buccia. La pigiatura è soffice e quindi si cerca di limitare l’invadenza delle costituenti epicarpiche. Si da preferenza al contenuto dell’acino. È la consistenza del vino che impressiona ,la sua grassezza dovuta alla concentrazione dei componenti e al valore alcolico che si aggira, come dichiarato in etichetta, intorno ai 18°. Sì, avete letto bene 18 % di alcol! Quindi un prodotto di alta espressività che fa della morbidezza e della sontuosità del corpo le sue caratteristiche principali. Il corredo aromatico è conseguentemente estremamente complesso. Al naso è un incessante turbinio di aromi che si susseguono e si accavallano. In primis frutta rossa in confettura, lamponi, fragole, mirtilli, more, prugne, mela annurca, amarene sotto spirito, spezie come la cannella, chiodi di garofano, noce moscata, anice stellato, pepe nero. Una nota minerale intensa di terra rossa bagnata. Una nota elegante di agrumi rossi, di lichi, di scorza d’arancia rossa e di pompelmo. Timo e note balsamiche di mentuccia. Infine i terziari evoluti e ben amalgamati, non invadenti e ruvidi. Ma la degustazione è stata fatta in condizioni di grande rumorosità e confusione per un evento che ha fatto incontrare circa settecento persone. Per questo motivo non si sono colte moltissime altre sfumature che certamente sarebbero emerse in condizioni più idonee. Gianfranco Fino è orgoglioso di questo prodotto che oggi si limita a sole 2600 bottiglie. Ma il vigneto è quello che è e il clone di Primitivo è uno di quelli che si predispone egregiamente all’appassimento, in quanto piccolo e leggermente spargolo. Ma questo comporta che se si vuole mantenere questo raro vino non se ne potranno fare più di tante bottiglie rispetto a quante prodotte nel 2004. Un consiglio… grazie alla sua elevata alcolicità e al suo sentore di polvere di cioccolato, perché non proporre una bella degustazione con del cioccolato fondente 50% brasiliano? BERNARDO PASQUALI