Incontri con i produttori

"Donne in Vigna" Giovanna Tantini, un 2005 di classe il suo Bardolino.

di Bernardo Pasquali.

21/04/2008

 Giovanna Tantini è una giovane vignaiola dell'area Bardolinista con una spiccata personalità e un forte attaccamento alla propria terra. Ereditato un vigneto nella zona di Oliosi di Castelnuovo del Garda lo ha coraggiosamente lavorato andando oltre le pratiche agronomiche precedentemente seguite. Lei avvocato ha inteso la vigna come patrimonio dal quale trarre il massimo della qualità delle uve. Questo ne ha fatto una produttrice, in un certo senso, atipica della zona. La sua interpretazione del Bardolino è quantomeno discussa all'interno della denominazione. Non sono pochi infatti coloro che non la capiscono o non riconoscono il prodotto come tipico dell'area. Certamente il suo Bardolino ha entusiasmato non poco coloro che credono che questo territorio delle prime moreniche del Garda, possa offrire grandi vini rossi. I suoi vini non sono i classici beverini che fanno parte della tradizione enologica bardolinista. Qui le uve Corvina e Rondinella sono trattate come nebbioli e sangiovese. A parte la forzatura è comunque vero che la sua ricerca maniacale della qualità in vigna e dei diradamenti e del contenimento degli eccessi di vegetalità della corvina, propongono delle uve con un valore antocianico ed estrattivo che si distingue dalla normalità qui in uso. Ho appena stappato un suo Bardolino DOC 2005. Se lo pensiamo come un normale Bardolino ci viene spontaneo affermare che potrebbe già essere un po' vecchio. I canoni comuni ci portano a considerare infatti questo vino, come un prodotto di pronta beva e di debole durata. In effetti per la maggior parte dei prodotti il meglio lo troviamo in bottiglia fino al massimo due anni. In questo caso invece sapevo che il suo Bardolino migliora con il tempo e quindi ho pazientato un po' per verificarne le qualità di invecchiamento. Il colore sulle prime dimostrava una certa età con una tonalità leggermente granata ma con un bel rubino intenso. All'olfatto le note di ciliegia si sono evolute con note di confettura. Le nuance floreali sono particolarmente legate ai fiori leggermente passiti e in particolare la violetta. Poi una buona mineralità e una sensazione si sottofondo di pepe nero. Al palato mantiene una bellissima freschezza e una buona struttura complessiva con un tannino corretto, evoluto e avvolgente. Abbastanza persistente con una netta sensazione fruttata e una piacevolissima sapidità. È un Bardolino intrigante quello di Giovanna Tantini e dimostra che, se trattate a dovere, queste grandi uve veronesi possono offrire comunque dei vini longevi che non deludono dopo alcuni anni. Logicamente il vino non è completamente finito per quel che riguarda la sua evoluzione. Altri due o tre anni massimo li potrebbe tenere. Bernardo Pasquali