Chiacchierando di gusto

Itinerario filosofico. Di Gianmarco Murru.

22/05/2008

 Nella famosa e piatta pianura padana si svolge ormai da un decennio il Festival di Filosofia. Un evento che porta nel triangolo emiliano di Carpi - Modena - Sassuolo una marea umana, che assetata di sapere e conoscenza affolla le piazze per ascoltare i filosofi del terzo millennio. Si affrontano viaggi lunghi, a volte lunghissimi per poter ascoltare dal vivo i professori e gli intellettuali che parlano ai curiosi, esattamente come avveniva nella Grecia di Platone. Ci si chiede come sia possibile tutto ciò. E più il Festival va avanti negli anni più le persone vogliono “esserci”, parafrasando il famoso concetto proposto dal filosofo tedesco Heidegger. Voler partecipare ad un evento del genere è sicuramente molto intrigante per i relatori, per gli addetti al mestiere. Ma come mai un impiegato dovrebbe essere interessato alla teoria della conoscenza, alle varie diramazioni dell’etica contemporanea, alla fisica teorica, e in ultimo al Sapere in se come idea?. Non rimane altro che stupirsi, che è la capacità che Platone descrive per chi vuole fare Filosofia, la capacità di stupirsi è fondamentale. Perciò è stupefacente vedere che migliaia di ragazzi, giovani, meno giovani e anziani corrono dalla mattina presto per accaparrarsi un posticino in prima fila per ascoltare Remo Bodei o Fernando Savater, rimanere estasiati da Cacciari o da Vattimo, affascinati da Emanuele Severino o da Umberto Eco. Questi e molti altri sono i nomi dei relatori - in gran parte italiani, ma non mancano i grandi venuti dall’estero -, che scrivono i libri dove gli studenti liceali e universitari andranno a prepararsi. Sì, è sicuramente emozionante sentire dal vivo il creatore di una teoria filosofica complicatissima, arrivare a partecipare e discutere con gli scrittori che per un giorno si lasciano contestare o ammirare in piazza. Personalmente ho seguito a Milano una serata filosofica, organizzata al teatro Dal Verme. Un luogo deputato alla musica e al teatro, che per una sera è diventato un simposio, un luogo dove la cultura si faceva dal vivo. Pensavo di essere come al solito uno dei pochi che assistevano ad una conferenza, seppur notturna, era sempre una conferenza sull’Europa e le sue radici. Invece ho dovuto aspettare fuori prima che uscissero due persone per poter entrare io, perdendo mezz’ora dell’evento. Una volta dentro, sembrava di essere ad un concerto, ogni volta che si concludeva un ragionamento o l’esposizione di un punto di vista particolare la gente si alzava ad applaudire, esattamente come avviene con uno spettacolo. Semplicemente incredibile. Il festival di Filosofia di Modena nasce dopo l’invenzione mantovana del Festival di Letteratura, che a sua volta ha provocato la nascita di altri festival, come quello di Roma o di Milano. Si è creato un appuntamento imperdibile, un luogo di incontro per la gente più diversa, che ha molta voglia di curiosare e ascoltare, partecipare e soprattutto imparare qualcosa. Si sente il bisogno di confrontarsi con la realtà che ci circonda, si sente il bisogno di nuove categorie per interpretare il presente. Qualcosa di nuovo…ma in questo caso ci si rivolge alla Filosofia. La più antica delle scienze umane, il sistema più longevo di creazione di sapere, la disciplina che ha resistito a tutto, rinnovandosi sempre e sempre recuperando la sapienza dei primi Filosofi della storia: da Socrate a Platone o Aristotele, arrivando ai giorni nostri come fossero dei giovani pensatori del 2000. In mezzo a tutti gli appuntamenti culturali, la direzione del Festival ha pensato bene di organizzare molti eventi collaterali, come si usa ai giorni nostri. Insieme alla Filosofia si trova la musica, il teatro, le mostre, le bancarelle del libro filosofico. Tutti gli eventi sono legati al tema proposto ogni anno a settembre. Nel 2007 il tema era “Il sapere”. Tutti gli eventi hanno cercato un significato che ricordasse il concetto di Sapere, l’evento che interessa di più a noi è quello delle Cene Filosofiche, che non potevano mancare. I filosofi antichi o quelli dell’antica Roma non discutevano mai senza avere a disposizione un succulento banchetto. La cucina e la filosofia sono due attività che si sposano benissimo, si ricordi anche i consigli di Nietzsche solo per fare un esempio più vicino a noi. Le cene filosofiche si svolgono nei ristoranti che aderiscono all’evento. Il primo anno erano solo un paio, oggi sono molti e sparsi un po’ per tutto il territorio modenese. Ci si sposta e si assaggiano le prelibatezze della zona, cucinate secondo il tema dell’anno. Nel 2007 il tema era il Sapere, perciò i cuochi si sono cimentati nella cucina della tradizione, nella preparazione di piatti che ricordano la storia della pianura padana. Il menù è stato organizzato pensando ai mestieri, e quindi al sapere che ogni artigiano portava nelle sue creazioni culinarie: 1. Pastaio gnocco ingrassato tortelloni di zucca tagliatelle al ragù lasagne verdi tortelli dolci al forno col savor torta di tagliatelle. 2. Friggitore Frittate frittelle di riso e di baccalà calzagatti fritto misto alla modenese tortelli fritti col savor 3. Trinciante tortellini in brodo bolliti e arrosti misti tagliati al tavolo cipolline in agrodolce con Aceto Balsamico Tradizionale di Modena patate arrosto zuppa inglese. 4. Salcicciaio e lardaruolo Gnocco e tigelle con lardo e affettati misti gramigna con salsiccia grigliata mista di maiale con arista, pancetta, costine e piedini radicchi verdi con Aceto Balsamico Tradizionale di Modena salame di cioccolato. 5. Pescatore anguilla marinata crostini caldi con burro e acciughe spaghetti al tonno baccalà in umido alla modenese patate lesse sorbetto di frutti vari 6. Ortolano erbazzone e friggione riso con i funghi zucchine ripiene di ricotta purè di patate spinaci al burro e parmigiano-reggiano insalata dell'ortolano zucca e patate dolci al forno crostata di prugne e mele cotogne 7. Sommelier stria e gnocco al forno assortimento di salumi nostrani e parmigiano reggiano selezione dei lambruschi DOC modenesi: Sorbara, Castelvetro e Salamino di Santacroce Alla fine del Festival ognuno avrà formulato i suoi giudizi, cercato di interpretare a suo modo tutte le proposte dell’organizzazione, assaggiando e pensando tornerà a casa con un sapere in più, e la consapevolezza che il sapere non è mai inutile perdita di tempo. Gianmarco Murru