Incontri con i produttori

Corvina come Pinot Nero a Cà La Bionda.

di Bernardo Pasquali

13/06/2008

 Ultimamente mi capita sempre più di degustare degli ottimi vini da uve Corvina in purezza. L'anima autoctona del vitigno Italia si sta sempre più facendo sentire e anche questa tendenza a vinificare in purezza vitigni storici ne è un esempio. La Corvina è un vitigno tipico della Valpolicella che solo qui ha trovato corretta dimora e offre il massimo delle sue potenzialità. Si coltiva anche nelle colline moreniche del Garda, soprattutto mantovano, e nelle terre gardesane del Bardolino e Custoza. Qui i risultati sono diversi e le sensazioni organolettiche straordinariamente mediate dal terroir di appartenenza. Non è un vitigno particolarmente colorante. E' per questo motivo che normalmente viene usato in blend con Molinara e Rondinella oltreché le rinate Oseleta e Corvinone, nella produzione dei vini Valpolicella e dell'Amarone. Mi sono imbattuto ultimamente in una serie di Corvine in purezza di varia provenienza e una in particolare mi ha affascinato. Proveniente dalle alte colline che sovrastano da una parte Valgatara e Marano e dall'altra Fumane a circa 300 metri d'altitudine. Vigneti a ridosso dei Monti Lessini che respirano le fresche brezze delle Prealpi Venete. Terreni di forte diversificazione. Verso Valgatara argilla superficiale con scisti calcaree e sottofondo di roccia e marmo tipico qui chiamato piera de Prun. Dall'altra parte terreni tufacei e basaltici provenienti da lave scaricate dal vicino piccolo vulcano sottomarino dell'Eocene che oggi vede alla sua sommità la suggestiva chiesetta di S.Maria Valverde. Uve che traggono quindi profumi e livelli importanti di acidità sui marmi e altrettanto corpo e rotondità dai suoli vulcanici. Qui le Corvine non si colorano molto e offrono vini che sembrano dei grandi Pinot Neri borgognoni. Cà La Bionda è proprietaria di questi vigneti di pregio. Un areale al di sopra della cantina che testimonia ancora una viticoltura estrema con forti pendenze e terrazzi vitati. Un'arena che sale e si estende sul retro sulle ripide pareti laviche che scendono verso Fumane. Qui la famiglia Castellani sta ottenendo grandi vini che la stanno facendo emergere come azienda dalle grandi potenzialità future. Ci accoglie Alessandro con la moto cross, ideale per le sue scorribande tra i vigneti e sua grande passione...dopo il vino! E' proprio con lui che assaggiamo questa grande Corvina vinificata in purezza. Stabilità nel colore di un bel colore rosso rubino con riflessi violacei, raffinato e per niente esagerato, con un'unghia trasparente tipica da Pinot Noir. Un vino elegante con profumi di ciliegia e di spezie, tipici della Corvina, che si elevano delicati e persistenti con una decisa sensazione minerale di grafite. Al palato è decisamente fine con un tannino netto ma non esuberante, una buona freschezza, una netta sensazione di ciliegia ancora croccante con sentori di lampone, una spezia delicata di pepe. Buona scorrevolezza al palato e sensazione di complessiva pulizia. Ottima bevibilità con una percezione alcolica ottimamente integrata nella massa. Equilibrato e moderatamente persistente. Un vino che potrebbe aspirare a qualche anno di mantenimento in cantina. Almeno 5 anni. Ma decisamente intrigante anche da subito. Una Corvina che fa il verso al Pinto Nero? Vi consiglio di provarla. È la novità di Cà La Bionda e un ottimo vino per capire ancora meglio le potenzialità di questo vitigno storico della Valpolicella. Bernardo Pasquali