Parliamo di vino

Amaroni, vere e proprie opere d’arte del vino.

di Bernardo Pasquali

25/09/2008

 Li chiamano gli amaroni della zona allargata. Che brutto termine per giudicare delle vere e proprie opere d’arte del vino! Noi li chiameremo Amaroni delle Colline Orientali Veronesi. La Valle di Mezzane e la Valle d’Illasi ne sono un esempio. Sempre più si nota l’emergere di aziende che producono ad altissimi livelli di qualità sfruttando un insieme di fattori positivi di cui queste terre sono accomunate. Tra le valli di Marcellise e Mezzane sorge un piccolo borgo alle pendici di un antico vulcano. È San Briccio che si erge proprio su terre basaltiche , tufacee scure, ricche di minerali, emerse da fenomeni eruttivi sottomarini avvenuti 50 milioni di anni fa. Bolca insegna che alle alture dei Lessini corrispondevano spiagge bianche tropicali e barriere coralline ricche di pesci multicolori che ancor oggi vengono ritrovati nelle pescaie alla sommità della Valle d’Alpone. A San Briccio sono collocati vigneti prestigiosi che godono di questa storia geologica e ne traggono tutte le potenzialità espresse poi nei vini. Ma San Briccio non è soltanto vulcanite. Una dorsale che si spinge fino a Mezzane ricalca la natura tipicamente calcarea dei Monti Lessini. Siamo al confine tra viticoltura collinare e di montagna. La degustazione in verticale di Amarone che si è tenuta presso Villa Verità Fraccaroli lo scorso 6 settembre ha messo in luce proprio il valore aggiunto di questo cru. Quattro aziende hanno presentato le due annate ritenute le più rappresentative della loro storia produttiva. Roccolo Grassi, Tenuta Sant’Antonio, Grotta del Ninfeo ed Ernesto Ruffo. Due producono su terreni strettamente vulcanici, una su suoli misti e il solo Campo dei Gigli di Tenuta Sant’Antonio sulle aspre alture calcaree marnose dei Monti Garbi. Tre aziende di valore internazionale, una, quella di Ernesto Ruffo, straordinaria eredità di quel mondo di produttori testimoni del tempo, artigiani del vino, interpreti fedeli della tradizione della Valpolicella. Amarone della Valpolicella DOC 2004 Grotta del Ninfeo L’Azienda della famiglia Fraccaroli proviene da una lunga esperienza vitivinicola radicata in Friuli. Da alcuni anni segue un vigneto di proprietà prestigioso alle pendici di San Briccio. Suoli vulcanici misti a calcare scistoso. Terreni ricchi di mineralità, precursori di aromi fondamentali, regolatori di equilibri strutturali. Vini corposi, di ottima freschezza e buon valore alcolico con grande longevità evolutiva. Il millesimo 2004 sta sapientemente maturando in bottiglia. Freschezza nel frutto tipico con ciliegia croccante su un fondo speziato di pepe e una delicata mineralità di pietra focaia. Di buon equilibrio strutturale su un tannino netto e segoso ben amalgamato alla massa. Buona sapidità e persistenza con un retrogusto elegante di mandorla dolce e piccoli frutti neri. Amarone della Valpolicella DOC 2003 Roccolo Grassi L’amore incontrastato di Marco Sartori per le sue vigne lo si nota camminando tra i filari del Roccolo Grassi. Un vigneto giardino dove nasce uno dei prodotti di riferimento degli Amaroni della Valpolicella orientale. Allevamento a gujot su pendenze importanti ed esposizione ideale a sud sud est. L’idea di Marco è quella di estrarre il più possibile il nettare prezioso dalle sue uve. Conosce sapientemente il valore aggiunto del territorio da cui proviene l’uva. Sa che gli permette di ottenere mosti fortemente estrattivi e corposi ma altrettanto ricchi di freschezza e sapidità. Ne nascono Amaroni importanti, molto profumati, impattanti ma dotati di pregevoli eleganze aromatiche. Per Marco il 2003 è un millesimo di riferimento. L’annata calda non ha limitato l’estensione dei profumi e la longevità del prodotto. E questo grazie al Roccolo Grassi. Grazie alle brezze dei Lessini che sono riuscite ad abbassare i valori notturni rispetto ad altre zone della Valpolicella. Il grado alcolico è figlio dell’annata, la struttura estrattiva pure, tannino e sapidità sono anch’essi accentuati e tendono a riequilibrio l’eccessiva morbidezza. Grande frutto in confettura di ciliegie more e prugne, di piccoli frutti neri e di frutta secca. Nuance nere di grafite e valore balsamico di liquirizia e mentolo. Ottima persistenza al palato. Vino da lunga evoluzione. Amarone della Valpolicella DOC 2002 Grotta del Ninfeo Il 2002 non sarà ricordato come un’annata storica per la Valpolicella. Eppure anche in questo caso il forte valore del terroir di ha sostenuto situazioni climatiche sfavorevoli offrendo un prodotto elegante, meno complesso strutturalmente, ma fine e franco nei profumi. Dotato di buon equilibrio al palato e di un tannino che l’evoluzione in bottiglia ha reso meno spigoloso. Amarone della Valpolicella DOC Basaltico 2001 Ernesto Ruffo Si definisce artigiano del vino. Produttore d’uva e di vino. Innamorato di San Briccio, delle sue peculiarità, delle sue vulcaniti spente. La sua è storia di vigna tramandata da generazioni. Per questo nel suo Amarone si riconosce l’originalità della Valpolicella, la semplicità e allo stesso tempo la suggestione della storia. Poi la sua mano esperta riesce ad estrarre profumi raffinati, sensazioni aromatiche tipiche, speziate, di confetture dolci di ciliegie. Il 2001 è un vino da terroir. Con uno stile senza eccessi di struttura, alla ricerca della finezza e della complessità del frutto. Legni selezionati di tipo americano che offrono sensazioni balsamiche con un fondo morbido e delicato. Un vino dalla personalità inconfondibile. Una dolce carezza tannica ingentilita da una dolce nota di frutta secca e uva sultanina. Amarone della Valpolicella DOC Campo dei Gigli 2000 Tenuta Sant’Antonio I fratelli Castagnedi hanno scommesso intelligentemente sul versante più a nord della collina di San Briccio. Una dorsale che ha un nome che è un programma: Monti Garbi. In veronese significa monti aspri, impervi, magri e in un certo senso di poco valore. Eppure la mission della vite è proprio quella di dare il massimo in territori talvolta improponibili. Ed ecco nascere il grande Campo dei Gigli, anch’esso ormai da anni punto di riferimento degli amaroni dei Valpolicella orientali. Qui il colore della terra cambia in maniera impressionante. Se finora si è sempre parlato di basalti e tufi lavici scuri, le terre dei Monti Garbi sono incredibilmente bianche e pietrose. Calcare e marna insieme per una miscela di ottima tessitura per la crescita della vite e l’alimentazione minerale delle radici. I vini qui sono marcati dal terroir, alcolici con gradienti di acidità elevati che portano ad Amaroni di grande struttura e longevità. Amaroni “maschi” e profondi, materici e intensamente aromatici. Il 2000 è un millesimo di classe, ricco di frutto, con una mineralità tipicamente calcarea, con sentori balsamici di mentolo e una spezia fine e intrigante. Strutturalmente equilibrato e alla ricerca di un’armonia che il decorso del tempo in bottiglia favorirà molto positivamente. Amarone della Valpolicella DOC Campo dei Gigli 1999 Tenuta Sant’Antonio Non è facile quale dei due sia migliore. Se il 2000 o il 1999. Ad un primo approccio il 1999 sembra un vino con un frutto più complesso e riccamente speziato. Una mineralità fine e maggiormente percepibile. Le nuance balsamiche sono più legate alla liquirizia con leggere insinuazioni mentolate. L’evoluzione nel bicchiere è decisamente più ampia e intrigante. Emerge in maniera prepotente la complessità della macchia mediterranea, erbette fini e aromatiche, timo e aneto in maniera particolare. È più equilibrato del 2000 con un tannino già più rotondo. Ottima la persistenza e la performance in freschezza. Non è un vino che dimostra 9 anni sulle spalle. Anzi! Merita ancora di modellare il suo prestigio in bottiglia. E noi lo aspetteremo volentieri! Amarone della Valpolicella DOC 1998 Roccolo Grassi Come ha anticipato Marco Sartori la scelta di questo millesimo è stata dettata dal fatto che rappresenta l’ultima di uno stile iniziale che poi ha lasciato il posto alle versioni più importanti ed estrattive recenti. Un’idea di Amarone che è maturata nel tempo e che trova nel 2003 il testimone di questa lenta ma decisa evoluzione di stile. In questo millesimo si percepisce infatti una minore componente estrattiva ma una consueta raffinatezza ed eleganza nei profumi e negli aromi. La percezione minerale dettata dal tempo è un carattere olfattivo dominante che si integra in un complesso di ciliegia in confettura e sotto spirito. La spezia è tipica anche se leggermente in evoluzione su tonalità più morbide. Al palato gli va riconosciuta una strutturale freschezza che lo fa vivere ancora con buone prospettive per un ulteriore affinamento. Amarone della Valpolicella DOC Basaltico 1997 Ernesto Ruffo Non è stato facile per Ernesto staccarsi da questi esemplari rari di Amarone di 11 anni. Per lui che il vino lo vive come una passione infinita che viene dal cuore, ogni bottiglia diviene quasi una figlia. Ma orgoglioso della sua produzione ha voluto far sentire le potenzialità di questo territorio e delle sue uve lavorate con lo spirito di un artigiano. È un prodotto figlio di quei periodi dove si tendeva a prediligere dei residui zuccherini più importanti ma delle strutture non eccessive. La forza della grafite minerale è a dir poco didattica. Il frutto si sta portando su evoluzioni sotto spirito alcoliche. I terziari sono ben amalgamati ed eleganti. Compenetrati nella massa con una sensazione leggermente balsamica. Il vino nella sua complessità olfattivo aromatica dimostra comunque dei segnali di stanchezza e quindi si presume che le possibilità di poter migliorare la sua longevità sia un po’ limitata. Ma rimane un’espressione di grande valore legata ad una concezione storica del prodotto tramandata di generazione in generazione. Probabilmente l’Amarone più Amarone secondo la tradizione puramente veronese. Bernardo Pasquali