Parliamo di vino

Valentino Majolini 1994: un Franciacorta fuori dagli schemi

di Francesco Rovida

14/10/2008

Nello scrivere di questo straordinario Franciacorta mi rendo conto di raccontare un'esperienza di degustazione difficile da ripetere, perchè di bottiglie, ormai, ce ne sono in circolazione pochissime e sarà necessario attendere ancora alcuni anni perchè possa tornare sul mercato: la scelta aziendale, infatti, è di produrre questo tipo di Franciacorta solo in occasione di annate molto particolari. La mia prima occasione di incontro con il “Valentino Majolini” è stata durante il festival Laghidivini svoltosi a Bracciano nello scorso mese di giugno, con la accurata organizzazione della delegazione locale di Epuale. Uno dei momenti forti della manifestazione è stata proprio la degustazione di cinque Franciacorta dell'Azienda agricola di Ome, guidata dal nostro presidente nazionale Angelo Concas e dal produttore Simone Majolini, e culminata proprio con la degustazione di questo spumante. In realtà, già il giorno precedente avevo avuto la fortuna di pranzare in compagnia di Simone e del suo fiduciario di zona Marco De Angelis, titolare di Proposte di vino a Ladispoli, e di assaggiare questo prodotto, scambiando più di qualche parola per conoscerne al meglio la storia. Di per sè, piuttosto semplice: un Franciacorta base lasciato maturare per molti anni sui lieviti. Semplice, sì: ma occorre avere un grande spumante base per arrivare a questo punto. Ma andiamo con ordine e cominciamo dal nome: Valentino Majolini è il padre di Gianfranco, Piergiorgio, Stefano ed Ezio, eredi di una famiglia presente nella zona di Ome, nel cuore della Franciacorta, già dal XV secolo, come testimonia l'esistenza di un antico vitigno autoctono chiamato “uva Majolina”. Valentino scompare nel 1975 e questa dedica, oltre che esprimere il ricordo personale, offre il senso di una tradizione che viene da lontano, insieme a quel “1994” ben evidente in etichetta. Le uve, 90% Chardonnay e 10% Pinot nero provenienti da un appezzamento collinare nel comune di Ome, appartengono, dunque, al millesimo 1994 e sono state lavorate unicamente in acciaio. Dopo l'imbottigliamento, sono state “dimenticate” in cantina per lunghissimo tempo: 12 anni per quelle che ho potuto degustare, con sboccatura del maggio 2007. Versato nel bicchiere, possibilmente più ampio della flute che sacrificherebbe non poco le sue caratteristiche, il vino appare di un colore particolarmente carico, tra il dorato e l'ambrato, con riflessi tendenti anche al ramato; buona la limpidezza, anche se non cristallina. Le bollicine sono piuttosto fini e di ottima persistenza e contribuiscono a formare una spuma sottile e fine. Già alla vista appare, inoltre, una robusta consistenza, che se da una parte ne aumenta il potere “seduttivo”, dall'altra preannuncia un prodotto non semplice, soprattutto per chi si aspetta la fresca piacevolezza di un generico spumante. L'analisi olfattiva è davvero di grande soddisfazione, per la “sinfonia” di profumi e aromi che si alternano in modalità continua e di difficile classificazione cronologica. Dai toni fruttati di albicocca, mela golden e fichi secchi, ai sentori di fiori gialli; dalle note aromatiche tipiche del the agli aromi affumicati tipici del legno; dai sentori erbacei della paglia a quelli complessi di smalto, vaniglia e miele, fino a ritornare su quelli fruttati più evoluti, come la scorza di arancia candita. La corrispondenza con l'analisi gustativa e pressoché assoluta sul piano dei riconoscimenti, con l'aggiunta piacevole di una grande morbidezza e di una struttura imponente. Lo spumante risulta decisamente secco e abbastanza caldo nel tenore alcolico; si fa notare per la buona sapidità e, nonostante i quattordici anni dalla vendemmia, per la freschezza. L'impatto gustativo, come quello olfattivo è molto intenso e regala lunghissime sensazioni finali, con una nota piacevolmente amarognola. Un vino così complesso richiede di essere accompagnato con cibi altrettanto ricchi: un filetto con funghi porcini oppure preparazioni complesse a base di pesce, con carne piuttosto grassa e cottura prolungata, accompagnati da verdure ed erbe aromatiche. Da provare con i formaggi stagionati, ma non eccessivamente sapidi. E poi, perchè no, anche da solo: uno spumante da meditazione? A salutare favorevolmente l'uscita del “Valentino Majolini” dalla cantine di Ome sono state anche le guide di settore: cinque grappoli nelle guida Duemilavini 2007 dell'AIS e cinque sfere di eccellenza in Bere spumante 2007 edito dalla rivista “Cucina e vini”. Per chi ne avesse la possibilità non resta che affrettare il passo per visitare direttamente la cantina e aggiudicarsene le ultime bottiglie.

Francesco Rovida

Franciacorta brut docg Valentino Majolini 1994, Azienda agricola Majolini, Ome (BS) – www.majolini.it