Eventi

Dolce e’ il vino. Quando formazione e informazione fanno rima con futuro

di Andrea Contu

22/11/2008


Parlare di vino in un ex monastero è un po’come andare a pregare in mezzo ai boschi: si ritorna ciò che era per intraprendere il cammino verso ciò che si vorrà diventare.
L’ex monastero è il Chiostro dei Cappuccini della Città di Quartu Sant’Elena, la preghiera la recitano tutti insieme gli esperti del settore viti-vinicolo ed eno-gastronomico, gli amministratori pubblici, i produttori di vino e il gentile pubblico accorso in buon numero per la seconda edizione di “Dolce Vino”, salone regionale dei vini dolci e da meditazione della Sardegna, organizzato dall’Associazione Botteghe in Piazza che si è svolto dal 13 al 15 Novembre.
La metafora non appaia blasfema: “Nei monasteri si faceva il vino, è grazie ai monaci, che per esigenze liturgiche continuarono a produrre vino, se la coltura della vite non è scomparsa dall’Europa, quale migliore cornice per parlare di vino”.
Ad affermarlo è il patron della manifestazione Massimo Mascia, dal 1995 presidente dell’Associazione Botteghe in Piazza, sguardo sornione, tono di voce pacato ma palesemente soddisfatto per un successo che supera le aspettative: “il messaggio sta passando eccome, merito del passaparola e della formazione che per fortuna non è ristretta a questi momenti di uscita pubblica”.
Fare informazione e formazione, è un concetto che verrà sottolineato e sviluppato più volte anche durante l’incontro che presenta la guida “Vini buoni d’Italia 2009” edita dal Touring Club Italiano, al tavolo di presidenza Mario Busso responsabile nazionale del progetto, l’eno-gastronomo e presidente di EPULAE Angelo Concas nelle vesti di coordinatore regionale della guida per la Sardegna e Antonio Lai in rappresentanza della giunta quartese.


Quando prende la parola, Busso chiarisce subito: “ Sono onorato di essere qui perché in expò come questi si fa quello che la guida Vini buoni d’Italia vuole fare agendo sul grande pubblico e su una dimensione nazionale, quel lavoro di formazione e informazione che è fondamentale a far conoscere le qualità e le specificità del sistema-vino italiano”.
E il salone del vino dolce fa informazione, mettendo in mostra ciò che di meglio le cantine sarde producono come vini dolci e da meditazione, e fa formazione attraverso i workshop, le degustazioni guidate e i banchi d’assaggio.
La seconda “f” è quella di futuro per il vice-sindaco Antonio Lai: “ Nell’incontro tra i produttori e tra questi e la voglia di conoscenza delle persone si prefigura il futuro possibile in termini di sviluppo culturale ed economico”.
In tanti tra produttori e professionisti del comparto viti-vinicolo hanno risposto presente all’appello lanciato, dimostrando la volontà di fare sistema in un momento storico in cui la valorizzazione delle proprie specificità risulta essere una strategia fondamentale per competere dentro un mercato mondiale caratterizzato dalla sfida commerciale lanciata dai paesi produttori emergenti.
In questa “competizione” anche il biologico può essere un arma efficace come sottolinea Angelo Concas: “A patto che curi il vino dal punto di vista delle caratteristiche olfattive e gustative, altrimenti diventa un discorso demagogico”.
A margine dell’incontro una sorpresa per il pubblico.
Fuori programma si decide di proporre in degustazione i cinque vini sardi che hanno raggiunto la massima votazione all’interno della guida del Touring: Turriga e Korem dell’azienda Argiolas di Serdiana, Vasca 50 prodotto da Meloni Vini di Selargius, Mirju prodotto dall’azienda Pedra Majore di proprietà dei viticoltori Isoni di Calangianus e Vernaccia Oristano Doc annata 1988 dell’azienda Attilio Contini di Cabras.
Il meglio della produzione sarda in rappresentanza dell’eccellenza italiana presente nella guida.
Convinti di aver avuto un incontro ravvicinato con l’ottimo, andiamo via rassicurati, con il cuore e la bocca pieni di emozioni.

Andrea Contu

  • Il vice sindaco di Quartu S.Elena Antonio Lai e il presidente di Botteghe in Piazza Massimo Mascia