Chiacchierando di gusto

Parlare ai giovani di produzioni tipiche si può!

di Bernardo Pasquali

09/03/2007

 Sono stato invitato a tenere una conferenza al Liceo Scientifico Galileo Galilei di Verona. Argomento: “Le produzioni agroalimentari di qualità. Da global a glocal”. Parlare ai giovani di alimentazione a pensarci non dovrebbe sembrare facile. Si pensa che siano distaccati da questo problema, che pensino solo ad una alimentazione frettolosa stile fast food, Mc Donald’s ecc… Si crede che per loro il mondo alimentare si fermi all’hamburger! Non è completamente errato. In effetti l’aumento anche di obesità tra i teen ager e i ventenni è un problema sempre più rilevante. Eppure il progetto che sta portando avanti il triennio del Liceo veronese è lungimirante e finalmente si portano i ragazzi a confrontarsi con tematiche di significativa concretezza. Due ore e mezza di conferenza potrebbero far scappare anche i più irriducibili. Eppure ho trovato una platea straordinariamente attenta, interessata, comunicativa e dinamica. Le produzioni tipiche e l’alimentazione di qualità attraggono anche i più giovani e questa è stata la prima deduzione che ho tratto da questo significativo incontro. Anche da parte loro si sente la necessità di divenire sempre più responsabili del proprio stile alimentare. Molte sono state le domande in riferimento alle dinamiche legislative che portano all’identificazione e successiva attivazione di una DOP e una IGP. Molte sono state le domande riferite alle problematiche inerenti le sofisticazioni e le frodi. Interesse particolare si è dimostrato nel chiedere il rapporto tra gli stati europei e i nuovi stati entranti e quelli extraeuropei per quello che riguarda la garanzia di salubrità del prodotto. Si è colta la vera anima del discorso. Tutelare un prodotto significa dare predominanza alla salvaguardia e promozione dei valori di un territorio, delle sue genti, della storia e tradizione di un popolo. Significa far rivivere territori altrimenti abbandonati. La cosa che più mi ha colpito è stata l’attenzione rivolta alla sfera sensoriale degli alimenti e dei prodotti tipici. C’è la curiosità di penetrare il mondo dei sensi, capire e conoscere le proprie potenzialità e capacità distintive dei vari profumi, aromi, sapori di un cibo. Anche nei giovani quindi emerge la necessità di capire più a fondo lo straordinario mondo dei cibi di qualità e questo fa ben sperare per il futuro. La speranza è che progetti di questo tipo siano coraggiosamente attivati anche da altre scuole che troppe volte si perdono in educazioni di vario genere…l’educazione alimentare a partire dalle risorse dei nostri territori è certamente prioritaria! di Bernardo Pasquali