Parliamo di vino

Il lungo viaggio della Garganega

di Bernardo Pasquali

21/01/2009

Una straordinaria serata sulla Garganega! A Gambellara culla del nobile vitigno bianco, ho avuto il piacere di condurre una di quelle degustazioni che mi intrigano in maniera particolare. Un lungo viaggio per valli e colline alla scoperta delle diverse espressioni dell'uva bianca veronese. Otto vini per altrettanti territori. Bottiglie che hanno raccontato la storia della terra, della vite e dell'uomo. Un triangolo perfetto che rappresenta il vero fascino e la magia del vino.

La versatilità di un vitigno che sa interpretare in maniera incredibile un territorio e ne sa trarre peculiarità e sfaccettature. Un vitigno che sa farsi amare e interpretare dall'uomo. Dalla Garganega ci si possono aspettare vini di pronta beva, di media struttura da uve in surmaturazione o parzialmente appassite, affinati in botti grandi o lasciati riposare in barrique di rovere. Otteniamo straordinari vini dolci e da qualche tempo più di una cantina sta valorizzando la significativa adattabilità alla spumantizzazione.

A Gambellara abbiamo superato confini di denominazioni, solcato letti dei fiumi e risalito pendii di antichi vulcani spenti. Ripercorriamoli assieme...

Garganega IGT Camporengo 2007 Azienda Agricola Le Fraghe

Matilde Poggi interpreta la Garganega in purezza con un impianto a cordone speronato. I vigneti situati a Cavaion Veronese risentono delle fresche brezze che provengono dalla vallata dell'Adige e il tepore mitigante del bacino del Lago di Garda. Un clima quindi ideale per la produzione di un vino ricco di profumi. Prevalgono la mela golden, la pesca e l'albicocca con sentori anche di erbette aromatiche e di una spiccata mineralità iodata. I terreni sono quelli delle morene miste ai calcari della pedemontana lessina. Questa tessitura porta a vini carichi di struttura e di sapidità tipiche. In effetti In questo Camporengo 2007 si percepisce una grassezza e un valore alcolico mitigati solo parzialmente da un valore di acidità non sufficiente a riequilibrarne la struttura. Ma è un vino che evolve molto positivamente nel bicchiere. L'anima morenica si fa sentire in questa Garganega ricercata. Setoso.

Punteggio: 82/100

Soave DOC Monte Ceriani 2007 Tenuta Sant'Antonio

Se si assaggia questo prodotto delle ultime 5 vendemmie si nota un miglioramento qualitativo incredibile. L'annata 2007 ancor più della 2006 porta con sé valori di equilibrio e di raffinatezza che oggi si stanno dimostrando particolarmente affascinanti. È una Garganega proveniente dai suoli di Colognola ai Colli, ricchi di calcare e argilla. Suoli che offrono appoggio ideale per la produzione di struttura alcolica e glicerica e complessità aromatica. Si tratta di un vino infatti che impressiona per la potenza olfattiva con fine florealità da fiori bianchi giglio e gelsomino, e frutta fresca di albicocca croccante. Inoltre una bella mineralità che eleva la freschezza del prodotto. Al palato è decisamente ampio ed equilibrato con una bella acidità strutturale che accompagna in maniera elegante un corpo avvolgente e materico. Un vino che si pronuncia lungo e persistente. Inoltre, e non è da sottovalutare, possiede un'ottima stabilità nel bicchiere e anche dopo due ore rimane integro cambiando virtuosamente le coordinate aromatiche.

Punteggio: 90/100

Soave Superiore DOCG Il Casale 2007 Agostino Vicentini

Piccolo cambio di stile nel suo Soave Superiore. Pur mantenendo un grande valore strutturale si esprime più elegantemente. Il Casale è comunque "un diesel" e mi perdoni Teresa questo termine...In effetti sta nella natura di questa grande Garganega in purezza il fatto di aprirsi sempre con un po' di lentezza nel bicchiere. Ciò è dovuto a una ricchezza di estratto pregevole che rallenta l'ossigenazione e l'aprtura del vino stesso. Ma è uno di quei vini per chi sa pazientare. Uno di quei prodotti per innamorati della Garganega senza se e senza ma. Limata la rusticità di annate precedenti, in questo Casale prodotto nella vallata di Illasi, si afferma una purezza di vitigno ineccepibile. Una Garganega didattica dove esce il vignaiolo purista Agostino. L'ho sempre detto ma c'è molto di lui e della sua caratterialità in questo vino. Ora che abbiamo aspettato inebriamoci delle essenze fruttate ch esplodono dal bicchiere. Delle complessità dei mieli e degli agrumi, della ginestra e del giglio. Pietra focaia e sensazioni balsamiche. Fino ad arrivare alle spezie dolci e la nocciola gentile. Ampio e persistente al palato emoziona per la sua franchezza e la sua sapida freschezza. Un alleggerimento della macerazione sulle bucce ha ingentilito questo vino che ha sempre diviso molto i degustatori. Che si sia ammorbidito anche il verace Agostino...? Eppure rimane la schiettezza e quell'anima semplice e antica di un vino che in alcuni frangenti sembra addirittura di altri tempi... Emozionante!

Punteggio: 92/100

Soave Classico DOC Alzari 2005 Azienda Agricola Coffele

Siamo nelle colline classiche che uniscono il promontorio di Costeggiola al cono vulcanico di Castelcerino. Un paesaggio affascinante e dal sapore antico dove la pergola veronese coltivata da Alberto rimane quella d'antan tradizionale, molto larga con una fogliatura assistita e comunque voluta nel rispetto di quella che è la storia della Garganega di questi territori. Grappoli dorati che sono scelti minuziosamente e messi in cassetta. Il 40% di questa subisce un appassimento per 40 giorni circa. Poi il vino viene fatto affinare per 14 mesi in botti da 1500 litri. Una costante dei vini Coffele emerge anche in questo Alzari 2005; grande eleganza e finezza dei profumi. Uno stile che vuole rispettare l'integrità del frutto complessandolo con le nuance intriganti del rovere. Sensazioni balsamiche e dolci con note esotiche sono le prime impressioni olfattive di questo grande Soave. Grande equilibrio al palato anche se il tannino è ancora leggermente percepibile e lascia una sensazione di leggera astringenza. La sua componente acida lo fa diventare un candidato certo al lungo affinamento. Piacevoli note di vaniglie e tostature dolci compendiano la forza predominante del frutto. Aristocratico!

Punteggio: 89/100

Soave Classico DOC Monte Alto 2006 Cà Rugate

Cambiamo versante e ci spostiamo sulle colline classiche dietro Brognoligo che danno sulla vallata dell'Alpone. Un territorio vulcanico che marca in maniera inequivocabile i vini da Garganega. Il 2006 è un millesimo molto interessante e a mio avviso candidato a una lunga vita in bottiglia! È un prodotto che rimane in barrique di rovere per circa 8 mesi. Il vino è materico ricco di componente estrattiva ma con una freschezza olfattiva veramente intrigante. Balsamico con sentori netti di mentuccia selvatica e basilico. Sensazioni di tostatura ancora evidenti. Il frutto è percepibile ma non ancora elegante. Sicuramente è una bottiglia aperta troppo precocemente. Minimo cinque anni potrebbero conferire un riequilibrio strutturale che donerebbe maggiore raffinatezza. Eppure è un vino che emoziona per la potente espressività Garganega. Un vino che saprà esaltare le sensorialità anche più raffinate. Presenta già una bella bevibilità anche se il valore del tannino attualmente non ancora maturo si fa sentire con una leggera astringenza. Sono convinto che si tratti di una delle più interessanti interpretazioni di questo cru da alcuni anni a questa parte. Un vino che dovremo però attendere un po'. È la magia dei capolavori.

Punteggio: 88/100

Soave DOC Corte Giacobbe 2007 Azienda Agricola Dal Cero

Dopo aver attraversato la vallata dell'Alpone verso est si innalza il più alto vulcano spento dell'eocene di tutta la fascia prealpina. È la Calvarina che raccoglie le lave di millenni che oggi sono diventate dimora fertile per le viti della Garganega orientale. Dal Cero è proprietario di un vigneto a ridosso della sua residenza. La sua è una vinificazione semplice e rispettose dell'autenticità e naturalezza delle uve. In effetti il vino è estremamente interpretativo del terroir d'origine. Buona struttura che però sembra meno evidente perché poggiante su una freschezza naturale derivante da una acidità significativa e tipica di questi territori. All'olfatto non presenta particolari intensità ma una bella pulizia e note intriganti di agrumi quali lime e scorzetta di cedro. C'è anche della vegetalità derivante sa sensazioni di erbette fini e basilico fresco. Al palato è dotato di buon corpo e di una interessante ampiezza aromatica legata soprattutto al frutto acerbo, mela, pera e agrumi. È un vino semplice ma composto. Un prodotto di ottima bevibilità. Immediato!

Punteggio: 82/100

Gambellara Classico DOC 2007 Lino Sordato

Siamo arrivati nella culla della Garganega antica. L'enclave di Gambellara presenta suoli neri, austeri, geografie che sembrano appartenere più all'Isola di Vulcano che all'appendice più occidentale della provincia di Vicenza. In questo comprensorio vulcanico a Selva di Montebello si trova l'Azienda di Lino. Un giovane enologo che sta attuando una seria ricerca sui vigneti di proprietà per raggiungere valori stilistici innovativi in questa denominazione. Grande rispetto della vite, esaltazione del valore del territorio, ricerca di pulizia e freschezza negli aromi. Con il suo Recioto ha già raggiunto un livello qualitativo che sposa questa sua filosofia produttiva. Nel millesimo 2007 si manifesta questa ricerca. Lo potremmo definire un vino prototipo. Al palato è più espressivo che al naso dove mantiene una buona pulizia di insieme e finezza ma non altrettanta intensità e complessità. Il valore grafitico minerale è tipico di Gambellara ed esplode inequivocabilmente se lasciato ad evolvere nel bicchiere. Il millesimo 2008 sarà ancora più fresco e speriamo che sappia esprimere tutta la potenzialità espressiva che Lino sta cercando con tanto ardore. Ci crediamo!

Punteggio: 80/100

Bernardo Pasquali