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Charme e Made in Italy, gli chef di Chic.

27/02/2009

Charme e Made in Italy, gli chef di Chic.
La parola “chic” in tutte le lingue, e anche in italiano, esprime il concetto di stile. Chic, Charming italian chef, è un gruppo di cuochi il cui fascino è espresso dall’altissimo livello di cucina che propongono: una cucina, prima di tutto italiana, interpretata con grande creatività, nel rispetto delle materie prime, espressione dell’inestimabile miniera di prodotti di cui è ricco il nostro Paese. I tempi sono maturi per porre le basi di una piattaforma di promozione del Made in Italy attorno alla quale riunire alcuni tra i migliori professionisti di casa nostra, tutti già insigniti di prestigiosi riconoscimenti e, ancor prima, apprezzati ogni giorno dai critici più rigorosi, i clienti. Un gruppo che nasce per catalizzare lo spirito di forte tradizione ed innovazione italiano e per diventare un traino convinto e convincente per il settore. Una risposta alle esigenze di fare sistema ed essere interlocutore autorevole di istituzioni e aziende che vogliono promuovere la grande cucina della nostra penisola per esportarla ovunque, attraverso manifestazioni, eventi e attività di comunicazione.

All’estero l’immagine della cucina del nostro Paese aspira a una nuova e più riconoscibile identità, improntata a valori che non possono più essere imitati o simulati. Se si cerca, infatti, di capire quale identità ha la cucina italiana fuori dai nostri confini, si constata il divario netto tra la cucina che si fa in Italia e la cucina “all’italiana” che si fa all’estero, con piatti che di italiano hanno ormai solo il nome. Solo in questi ultimi anni, grazie allo sviluppo di una rete di cuochi italiani che vivono la propria professionalità in condizione di “espatriati”, passando e lasciando spesso un segno indelebile nelle più grandi catene alberghiere del mondo, si sta assistendo ad un fenomeno nuovo che coincide con il momento più favorevole per rivalutare la cucina italiana. Questi professionisti, quasi fossero dei buoni semi posti in un terreno fertile, necessitano di un continuo rifornimento di idee, energie e supporto, per far germogliare e crescere l’intero movimento.

Da qui nasce oggi il bisogno di comunicare con maggior efficacia e convinzione cosa esprime la cucina italiana in termini di tradizione, di prodotti del territorio, di creatività ed innovazione, di salubrità. Molti grandi cuochi sanno rappresentare al meglio questi valori; alcuni di loro, in grado di confrontarsi con spirito positivo con le sfide di questi tempi, hanno creato una piattaforma aperta, fatta di idee, ma anche di azioni concrete, rivolta soprattutto verso l’estero: sono i cuochi di Chic, Charming italian chef, o se si vuole della Charming italian cuisine.

Professionisti, capaci di grande estro, già al lavoro per riscrivere l’universo di sapori che nasce dall’incontro di territori e di prodotti unici di ogni parte d’Italia. Fanno leva sulla ricerca, convinta e non estremizzata, che dai prodotti porta agli accostamenti, ai metodi di cottura, nuovi e tradizionali, sempre entro i limiti di un’italianità riconoscibile ed unica. Vogliono percorrere la via irrinunciabile della salute, magari rivisitando la tradizione per alleggerire i piatti, quando ce ne fosse bisogno. Una nuova cucina italiana che deve saper trasmettere un messaggio preciso di salubrità, laddove non mancano abitudini alimentari, prodotti e clima ideali, unici ed irripetibili. Ma c’è, soprattutto, una caratteristica di cui si vogliono fare portatori, che non può essere copiata o fraintesa perché appartiene solo al nostro dna. È una predisposizione tutta italiana verso il cibo ed il valore culturale e di relazione che esso esprime. Gusto italiano significa porsi verso la preparazione dei piatti con una particolare cura nella scelta del tipo di prodotto, nelle forme, negli accostamenti dei sapori, nella fragranza degli odori, nei tempi di cottura, come nell’accostamento con i vini. La cucina, fatta di prodotti e di uomini, rappresenta un momento di aggregazione, scambio reciproco, messaggio educativo; è uno strumento che può far crescere e apprezzare le qualità del nostro Paese agli occhi di tutto il mondo.

I cuochi Chic
Riccardo Agostini, “Il Piastrino” a Pennabilli (Pu); Riccardo Aiachini, “La Fermata” a Spinetta Marengo (Al); Andrea Angeletti, “Le Busche” a Montecarotto (An), Fabio Baldassarre, prossimanente a Milano; Paolo Barrale, “Marennà” a Sorbo Serpico (Av); Matia Barciulli, “Osteria di Passignano” a Tavernelle Val di Pesa (Si); Enrico Bertolini, “Le Robinie” a Montesano (Pv); Christoph Bob, “Relais Blu” a Massa Lubrense (Na); Agostino Buillas, “Cafè Quinson” a Morgex (Ao); Roy Caceres, “Locanda Solarola” a Castelguelfo (Bo); Carmine Calò, “Il Cantuccio” ad Ascoli Piceno; Vincenzo Candiano, “Locanda Don Serafino” a Ragusa Ibla; Stefano Ciotti, “Vicolo Santa Lucia” a Cattolica (Rn); Enzo Coccia, “Pizzeria La Notizia” a Napoli; Flavio Costa, “L’Arco Antico” a Savona; Accursio Craparo, “La Gazza Ladra” a Modica (Rg); Michele Deleo, “L’Accanto” a Vico Equense (Na); Pietro D’Agostino, “La Capinera” a Taormina (Me); Nino Di Costanzo, “Il Mosaico” a Ischia (Na); Paolo Donei, “Malga Panna” a Moena (Tn); Mauro Elli, “Il Cantuccio” a Albavilla (Co); Donato Esposito, “Quattro Spezierie” a Lecce; Alberto Faccani, “Magnolia” a Cesenatico (Fc); Corrado Fasolato, “Met” a Venezia; Anthony Genovese, “Il Pagliaccio” a Roma; Alessandro Gilmozzi, “El Molin” a Cavalese (Tn); Giovanni Grasso e Igor Macchia, “La Credenza” a San Maurizio Canavese (To); Giuseppe Guida, “Nonna Rosa” a Vico Equense (Na); Raffaele Liuzzi, “Locanda Liuzzi” a Cattolica (Rn); Marco Lucentini, “Cantina de Corvi” a Spoleto (Pg); Armin Mairhofer, “Anna Stuben” a Ortisei (Bz); Stefano Masanti “Il Cantinone” a Madesimo (So); Massimiliano Minchio, “Villa Goetzen” a Dolo (Ve); Martin Obermarzoner, “Jasmin” a Chiusa (Bz); Agostino Petrosino, “Nelle mani di Petrosino” a Roma; Gunther Piccolruaz, “Vanilia a la carte” a Sistiana (Ts); Stefano Pinciaroli, “La cucina del Borgo” a Cerreto Guidi (Fi); Giuseppe Ricchebuono, “La fornace di Barbablù” a Vado Ligure (Sv); Marco Sacco, “Piccolo Lago” a Verbania; Lino Scarallo, “Palazzo Petrucci” a Napoli; Andrea Serri, “Agrodolce” a Imperia; Giuseppe Sestito, “Mirabelle” a Roma; Massimo Sola, “Quattro Mori” a Calcinate del Pesce (Va); Alberto Toniozzo “Al Ferarut” a Rivignano (Ud); Paolo Trippini, “Ristorante Trippini” a Civitella del Lago (Tr); Matteo Vigotti, “Novecento” a Meina (No); Piero Zanini, “La Taverna” a Colloredo di Monte Albano (Ud).

Chic, Charming italian chef
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